Politica

Bozza Nadef, Recovery fund anche per riforme fisco e PA

Utilizzare le risorse de Recovery Fund anche per “avviare la predisposizione di riforme, a partire da quella fiscale e della Pubblica Amministrazione” oltre che per aumentare gli investimenti e le spese per formazione e ricerca. E’ quanto chiede la maggioranza al governo nella bozza di risoluzione alla Nadef che sarà esaminata al Senato. Il documento impegna il governo “ad utilizzare le risorse messe a disposizione dal pacchetto NGEU, tra cui quelle dei fondi React-EU, Sviluppo Rurale e RRF, al fine di: finanziare l’aumento degli investimenti; incrementare la spesa per ricerca, anche attraverso azioni volte a sostenere i giovani ricercatori, e, in particolare in tema di ricerca biomedica, adottare misure di detassazione che prevedano la riduzione dell’IVA su reagenti e apparecchiature a favore di enti pubblici di ricerca, IRCCS, università ed enti di ricerca senza scopo di lucro; potenziare la spesa per istruzione e formazione, così da innalzare i risultati educativi, per innovazione e digitalizzazione”.

Le risorse, prosegue la risoluzione, vanno utilizzate anche per “avviare la predisposizione di riforme, a partire da quella fiscale e della Pubblica Amministrazione, volte a diffondere e rafforzare le competenze digitali, quali strumento per un apparato amministrativo più efficace ed efficiente, nonché a fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale”. E proprio su Recovery Fund arriva un attacco da Fratelli d’Italia. “Mi vergogno a vedere l’Italia ridotta così e mi vergogno ancora di più quando la Polonia e l’Ungheria, nazioni meno potenti della nostra, alzano la testa contro il ricatto dell’Ue che vorrebbe usare i soldi del recovery fund per piegare, con la scusa dello stato di diritto, nazioni che vogliono difendere le radici, l’identità e i loro confini – tuona la leader Giorgia Meloni -. Non fate finta di stupirvi quando alla fine porranno il veto: è da cretini pensare che gente che ha difeso la propria libertà dai carri armati sovietici oggi si faccia minacciare dagli omuncoli dell’Ue”.

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