Il brand mafia macina record, il business arriva a tavola

Il brand mafia macina record, il business arriva a tavola
12 marzo 2016

di Filippo Caleri

Il cibo italiano nel mondo piace e macina record di vendite e di gradimento. Ma spesso il Paese viene affiancato anche a quanto di peggio il Belpaese abbia creato ovvero la mafia. A segnalare come una formidabile leva di marketing per rendere italiani prodotti mediocri sia proprio la criminalità organizzata è la Coldiretti. Che ha stilato un elenco che va dal caffè “Mafiozzo” prodotto in Bulgaria agli snack “Chilli Mafia” della Gran Bretagna, dal vino della Napa Valley “Il Padrino” al sugo piccante rosso sangue “Wicked Cosa Nostra” del Missouri, fino alle spezie “Palermo Mafia shooting” della Germania. A Bruxelles poi si intingono addirittura le patatine nella “SauceMaffia” e si condisce la pasta con la “SauceMaffioso” mentre in tutto il mondo spopolano i ristoranti e le pizzerie “Cosa Nostra” e “Mafia” e su internet è possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook”, comprare caramelle sul portale internet www.candymafia.com o ricevere i consigli di “mamamafiosa” (www.mamamafiosa.com). Insomma, un campionario che mette alla berlina il vero made in Italy con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose e odiose. La confezione di “Chilli Mafia” contiene noccioline aromatizzate al peperoncino e la scritta in etichetta avverte che occorre stare attenti e utilizzare “with caution” il prodotto che risulta essere estremamente piccante. Vengono dalla capitale europea di Bruxelles, in Belgio, le salse che servono per insaporire le patatine con la “Sauce Maffia” della Good‘n Food di Malines contenente una salsa a base di olio di colza, rosso d’uovo, aceto, senape, polvere di cipolla, zucchero e spezie varie mentre la “Sauce Maffioso”, realizzata a Diest, nelle Fiandre, e commercializzata con il marchio The Smiling Cook, è invece a base di spinaci, cipolla, aglio, formaggio emmenthal, pepe rosso e aromi vari.

Leggi anche:
Nuovo Patto stabilità, Il Consiglio europeo approva definitivamente

Ma sono in vendita anche – continua la Coldiretti – le spezie “Palermo Mafia shooting” in Germania o la salsa piccante “Wicked Cosa Nostra” in Missouri. L’oltraggio all’Italia – afferma la Coldiretti – non si ferma al pasto, con il commercio dalla Psc Start S.A. di Blagoevgrad (Bulgaria) del “Caffè Mafiozzo” confezionato in grani in cui l’unica scritta nella nostra lingua che campeggia sulla busta in plastica è: “Lo stile italiano”. Ma c’è anche chi – continua la Coldiretti – sfruttando la fama della saga cinematografica “Il Padrino” ha messo in vendita un vino con lo stesso nome. Il marchio “Mafia” viene peraltro usato “a raffica” nella ristorazione internazionale per fare affari come nel caso della catena di ristoranti “La Mafia” diffusa in Spagna che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari mentre praticamente ovunque, dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia si trovano ristoranti e pizzerie “Cosa Nostra”. Il cibo italiano nel mondo piace e macina record di vendite e di gradimento. Ma spesso il Paese viene affiancato anche a quanto di peggio il Belpaese abbia creato ovvero la mafia. A segnalare come una formidabile leva di marketing per rendere italiani prodotti mediocri sia proprio la criminalità organizzata è stata ieri la Coldiretti. Che ha stilato un elenco che va dal caffè “Mafiozzo” prodotto in Bulgaria agli snack “Chilli Mafia” della Gran Bretagna, dal vino della Napa Valley “Il Padrino» al sugo piccante rosso sangue “Wicked Cosa Nostra” del Missouri, fino alle spezie “Palermo Mafia shooting” della Germania. A Bruxelles poi si intingono addirittura le patatine nella “SauceMaffia” e si condisce la pasta con la “SauceMaffioso” mentre in tutto il mondo spopolano i ristoranti e le pizzerie “Cosa Nostra” e “Mafia” e su internet è possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook”, comprare caramelle sul portale internet www.candymafia.com o ricevere i consigli di “mamamafiosa” (www.mamamafiosa.com). Insomma un campionario che mette alla berlina il vero made in Italy con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose e odiose.

Leggi anche:
Inflazione, Istat: ad aprile rallenta a +0,9%

La confezione di “Chilli Mafia” contiene noccioline aromatizzate al peperoncino e la scritta in etichetta avverte che occorre stare attenti e utilizzare “with caution” il prodotto che risulta essere estremamente piccante. Vengono dalla capitale europea di Bruxelles, in Belgio, le salse che servono per insaporire le patatine con la “Sauce Maffia” della Good‘n Food di Malines contenente una salsa a base di olio di colza, rosso d’uovo, aceto, senape, polvere di cipolla, zucchero e spezie varie mentre la “Sauce Maffioso”, realizzata a Diest, nelle Fiandre, e commercializzata con il marchio The Smiling Cook, è invece a base di spinaci, cipolla, aglio, formaggio emmenthal, pepe rosso e aromi vari. Ma sono in vendita anche – continua la Coldiretti – le spezie “Palermo Mafia shooting” in Germania o la salsa piccante “Wicked Cosa Nostra” in Missouri. L’oltraggio all’Italia non si ferma al pasto, con il commercio dalla Psc Start S.A. di Blagoevgrad (Bulgaria) del “Caffè Mafiozzo” confezionato in grani in cui l’unica scritta nella nostra lingua che campeggia sulla busta in plastica è: “Lo stile italiano”. Ma c’è anche chi – continua la Coldiretti – sfruttando la fama della saga cinematografica “Il Padrino” ha messo in vendita un vino con lo stesso nome. Il marchio “Mafia” viene peraltro usato “a raffica” nella ristorazione internazionale per fare affari come nel caso della catena di ristoranti “La Mafia” diffusa in Spagna che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari mentre praticamente ovunque, dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia si trovano ristoranti e pizzerie “Cosa Nostra”.

Leggi anche:
Nuovo Patto stabilità, Il Consiglio europeo approva definitivamente
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti