Economia

Bruxelles: l’Italia ha i conti in ordine, a giugno uscirà dalla procedura di infrazione

La Commissione europea ha certificato oggi a Strasburgo che l’Italia rispetta integralmente il parametro di spesa netta e potrà uscire a giugno dalla procedura per deficit eccessivo, con il disavanzo riportato sotto il 3% del Pil.

Bruxelles promuove i conti italiani

La valutazione diffusa oggi dalla Commissione europea sui documenti programmatici di bilancio conferma che l’Italia è pienamente allineata alle nuove regole del Patto di stabilità riformato. Il parametro unico della spesa netta, fulcro del nuovo sistema di sorveglianza, risulta centrato in tutte le sue componenti: l’aumento previsto è dell’1,2% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, entrambi entro i tetti fissati dal Consiglio dell’Unione europea.

Su base cumulata, l’incremento triennale rispetto al 2023 si attesta allo 0,5%, contro un limite massimo dello 0,9%. Per Bruxelles, questi dati sono sufficienti a permettere la chiusura della procedura per disavanzo eccessivo avviata negli anni scorsi e a garantire la stabilizzazione del deficit sotto la soglia del 3% del Pil.

Difesa e clausola di salvaguardia Ue

Accanto al giudizio favorevole, la Commissione richiama l’Italia sulle aspettative relative alla spesa per la difesa. Una volta terminata la procedura, Bruxelles si attende un incremento del contributo nazionale, coerente con la raccomandazione europea e con la clausola di salvaguardia che autorizza, per quattro anni, uno scostamento fino a 1,5 punti percentuali sopra il limite del 3%.

La dinamica recente evidenzia tuttavia valori moderati: la spesa militare è passata dall’1,4% del Pil nel 2021 all’1,3% nel 2024, con una previsione di ulteriore riduzione all’1,2% nel 2026. La Commissione sottolinea che il livello rimane stabile in rapporto alla crescita economica, ma distante dagli obiettivi di convergenza del quadro europeo di sicurezza.

Le prossime verifiche nel Semestre europeo

Secondo Bruxelles, la traiettoria della finanza pubblica italiana rispetta le raccomandazioni del Consiglio e sostiene l’uscita dalla procedura. La revisione sarà approfondita nel pacchetto di primavera del Semestre europeo, atteso per giugno 2026, che valuterà anche le riforme e gli investimenti collegati all’estensione del periodo di aggiustamento fiscale.

In questo contesto, l’eventuale ricorso alla clausola di salvaguardia potrebbe aprire spazi limitati ma significativi per le priorità politiche del governo, dalla sicurezza alle transizioni produttive. Le decisioni dei prossimi mesi determineranno il ritmo dell’allineamento italiano alle regole Ue e la gestione dei margini di bilancio disponibili.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri