Calenda ammette sconfitta dura: “Ma Azione va avanti”

Calenda ammette sconfitta dura: “Ma Azione va avanti”
Carlo Calenda
10 giugno 2024

“È una dura sconfitta che non ci aspettavamo”. A dodici ore dalla chiusura dei seggi per le Europee, a dati consolidati, Carlo Calenda incontra la stampa nella sede del partito a Roma in corso Vittorio e analizza il risultato negativo del 3,34% che lascia Azione fuori dal Parlamento europeo. “Avevamo una lista di candidati straordinaria, la migliore in termini di competenze tecniche che mai sia stata fatta. Li ringrazio, li ho chiamati tutti stamattina. Non è stato sufficiente perché c`è una violentissima polarizzazione che prescinde da ogni altra considerazione”, spiega l’ex ministro.

La polarizzazione, secondo Calenda, è rappresentata dal successo delle candidature del generale Roberto Vannacci, eletto con la Lega, di Ilaria Salis, ai domiciliari in Ungheria, eletta con Avs, dal boom di Marine Le Pen in Francia e di Afd in Germania. “C`è un`onda forte e potente. Rimarranno macerie se si andrà avanti così. C`è una battaglia fatta a colpi di slogan violenti, Rinascono espressioni omofobiche e nessuna proposta”, osserva. Azione, insiste Calenda affiancato da Matteo Richetti ed Ettore Rosato, è “nata per contrastare quest’onda: sapevamo che nuotavamo controcorrente, tuttavia non c`è che continuare a farlo perché nessun paese può reggere così tra opposti estremismi. Azione continuerà a fare il suo lavoro. Si può cadere ma ci si rialza e si ricomincia a combattere. Churchill diceva che il successo non è definitivo, l`insuccesso non è fatale”.

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Nel pomeriggio, annuncia “terremo un direttivo. Apriremo la fase costituente che abbiamo promesso agli elettori”. La direzione è quella dei toni moderati “per quanto la corrente vada forte nella direzione opposta. Capisco il riflesso di paura che spinge una parte di cittadini agli opposti estremismi ma abbiamo varie sfide davanti e dobbiamo mettere insieme un paese sfaldato. È lunga ma inevitabile”. Su tutte, la sfida della guerra, del sostegno all’Ucraina. Calenda si dice convinto che verrà a mancare sia da destra che da sinistra (“Non da Azione”) e che questo significherà la vittoria di Putin e la fine dell’Europa.

Sul mancato accordo con Matteo Renzi ed Emma Bonino, assicura, “nessun rammarico”. Non vuole sentire parlare di somma aritmetica che avrebbe consentito alla lista di Stati Uniti d’Europa e Azione di passare lo sbarramento. La sua lettura è impietosa che non fa sconti all’ex alleato del terzo polo: “Ho cercato di avere un progetto politico. L`ho fatto con Bonino. Ma Bonino non fa partiti con nessuno, Renzi li fa per poi sfasciarli. Il nostro elettorato è incompatibile con quello di Renzi. Andando con lui Bonino ha lasciato a terra il 40% dei voti che aveva prima. Tuttavia, non si può passare la vita nel rammarico, non si può fare finta che non sia successo nulla. Non rimprovero a Bonino la scelta fatta. L`ha fatta lei”.

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