Camera approva riforma sulle aree protette, testo torna a Senato

Camera approva riforma sulle aree protette, testo torna a Senato
Il tabellone elettronico della Camera dei deputati
20 giugno 2017

La Camera dei Deputati ha approvato con 249 voti favorevoli, 115 contrari e 32 astenuti la riforma sulle aree protette (disegno di legge n. 4144, il cosiddetto ddl parchi). Approvata in un testo unificato dal Senato, la riforma torna ora in terza lettura a Palazzo Madama per il voto definitivo, essendo stata modificata in Commissione Ambiente. Per la sottosegretaria all’Ambiente, Silvia Velo, “il provvedimento approvato oggi dall`aula garantisce e promuove la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del nostro Paese; introduce novità per quanto riguarda la governance degli enti gestori, più snella per le aree protette, prevede una serie di semplificazioni procedurali e rafforza la capacità delle aree protette di beneficiare di finanziamenti ulteriori rispetto alle risorse concesse annualmente dal Ministero dell`Ambiente”.

“Aspetto fondamentale di questa legge – aggiunge Velo – è la possibilità che viene offerta ai Parchi e alle Aree Marine Protette di essere non solo un presidio di difesa del patrimonio ambientale, ma anche un vero e proprio motore di sviluppo per l`economia locale. Il provvedimento, infatti, prevede una serie di strumenti che consentiranno ai Parchi di promuovere iniziative economiche di valorizzazione del territorio e del patrimonio edilizio esistente, azioni per sostenere il turismo sostenibile e per sviluppare un`economia territoriale innovativa e allo stesso tempo ancorata alle tradizioni e alla cultura locale. In sostanza – continua – gli Enti Parco sono chiamati a una sfida e hanno, finalmente, l`opportunità di diventare attori protagonisti della crescita economica del territorio, anche perché, con la legge approvata oggi, il Governo assume un importante impegno dal punto di vista economico prevedendo un finanziamento di 30 mln di euro per i Parchi e 9 per le Aree Marine Protette nel triennio 2018-20 a valere sui proventi delle aste C02″, ha conclude Velo.

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Contro il provvedimento si sono invece schierate 14 associazioni ambientaliste (Associazione ambiente e lavoro, Aiig Cts, Enpa, Greenpeace, Gruppo intervento giuridico, Italia Nostra, Lav, Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Pro Natura, Sigea e WWF) che avevano chiesto ai parlamentari di bocciare la riforma. Secondo le associazioni “il disegno di legge sposterà il fondamentale asse valoriale dalla natura all’economia e al localismo, con conseguenze pericolosissime per la conservazione della biodiversità e del territorio del nostro Paese” e si sancisce “un gravissimo passo indietro dello Stato rispetto al dovere della tutela di specie ed habitat: non sono più in maggioranza i rappresentanti degli interessi statali nell`ambito dei Consiglio Direttivi dei Parchi Nazionali, l`approccio scientifico alla gestione dei parchi viene completamente svalutato, lo Stato arretra a favore degli enti locali financo nella gestione delle Aree Marine Protette, la procedura di nomina dei Presidenti Nazionali di fatto mette la scelta nelle mani di Regioni ed Enti Locali, la nomina dei Direttori dei Parchi Nazionali è nelle mani del Presidente e dei Consigli Direttivi degli Enti e si è rinunciato a fare la cosa più logica che era quella del concorso pubblico per titoli ed esami”.

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