Economia

Camera boccia ripristino scudo penale per ArcelorMittal. E stop emendamento su taglio iva assorbenti

Stop agli emendamenti al dl fiscale che ripristinano lo scudo penale per ArcelorMittal. La commissione Finanze della Camera ha giudicato inammissibili per “estraneità di materia” le proposte di modifica presentate da Italia Viva e Forza Italia che chiedevano la reintroduzione “dell’esonero da responsabilità penale e amministrativa per le condotte di attuazione del Piano ambientale di Ilva”. Via anche la proposta di Giorgia Meloni (Fdi) che reintroduce l’immunità penale per l’affittuario o acquirente e per i soggetti delegati di Ilva con riferimento alle condotte di attuazione del piano ambientale. Bocciati anche gli emendamenti della Lega (primo firmatario Riccardo Molinari). C’è tempo adesso per poter fare ricorso e l’esito dovrebbe conoscersi in giornata. Nel dettaglio, la proposta di modifica a prima firma della deputata Raffaella Paita (Iv), chiede la soppressione dal decreto sulle disposizioni urgenti per l’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell’area di Taranto la parte della “responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati” in materia ambientale e di tutela della salute e dell’incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro.

La norma si applica anche alle “condotte poste in essere dal 3 novembre 2019 alla data di scadenza del termine di attuazione del Piano ambientale” fatti salvi “i principi stabiliti dalla giurisprudenza costituzionale in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”. Nulla di fatto anche alla proposta di Mariastella Gelmini (Fi) che vuole reintrodurre l’esonero da responsabilità penale e amministrativa per le condotte di attuazione del piano ambientale di Ilva. In totale, la commissione Finanze della Camera ha stoppato circa 300 emendamenti su oltre 900 proposte di modifica presentate al dl fiscale. Le votazioni, che prenderanno il via da lunedì prossimo, dovrebbero quindi, concentrarsi su circa 700 emendamenti. Tre le proposte emendamentive bocciate dalla commissione di Montecitorio, l’emendamento bipartisan (prima firma Laura Boldrini) che riduceva dal 22 al 10% l’Iva su tutti i prodotti sanitari e igienici femminili. Via anche gli emendamenti che chiedono interventi, tra cui la sospensione dei pagamenti, sui canoni delle concessioni demaniali marittime. Nulla di fatto anche alla detrazione d’imposta del 26% per una spesa fino a 500 euro, per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale airbag per moto e motorini, proposta dai Cinquestelle. No, inoltre, a variazioni dei termini per usufruire della detrazione ecobonus e sisma bonus in casi di incapienza sopraggiunta; al taglio dell’accisa su alcool etilico e prodotti alcolici intermedi; alla soppressione dell’imposta sulle assicurazioni RC auto, sostituendola con un’addizionale all’accisa sui carburanti per autotrazione; alle norme sulla circolazione stradale con targhe estere e all’esclusione dall’obbligo di determinati adempimenti contabili per gli operatori di servizi di bike e di car sharing.

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