Camera, ultimo step riforme. Renzi in Aula, Boschi a Oxford

Camera, ultimo step riforme. Renzi in Aula, Boschi a Oxford
11 aprile 2016

di Maurizio Balistreri

In settimana la riforma del Senato e del titolo V approderà nell’aula della Camera per il passaggio definitivo, la sesta e ultima votazione in Parlamento. Dopodichè scatteranno le procedure per indire il referendum confermativo che, nelle intenzioni del governo, e anche in base alla tempistica prevista dalla legge, si dovrebbe tenere in autunno. Matteo Renzi intanto prepara il suo intervento in Aula per oggi pomeriggio quando al termine del dibattito prenderà la parola, ha fatto sapere lui stesso: “perchè voglio che resti agli atti il valore di questa importante legge”. Già al Senato il presidente del Consiglio decise di intervenire prima del voto finale che si tenne a gennaio. In quell’occasione parlò di “giornata storica” e ringraziò soprattutto i senatori che avevano avuto il coraggio di votare una riforma che sostanzialmente abolisce proprio la loro Camera, almeno così come è stata finora. Nella prossima legislatura infatti a sedere a palazzo Madama saranno ‘solo’ in 100, tra consiglieri regionali e sindaci. Curiosamente oggi non sarà in Aula la ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, impegnata per tutta la giornata in una visita istituzionale a Londra dove parlerà al Parlamento di Westminster e terrà una lezione a Oxford.

L’intervento annunciato di Renzi alla vigilia del voto sulle riforme rischia però di riscaldare gli animi delle opposizioni in Aula. Opposizioni che già preannunciavano ostruzionismo per non aver ottenuto un rinvio della votazione a dopo il referendum sulle trivelle di domenica prossima. “Mi auguro non si tratti dell’ennesima esibizione muscolare, figlia del bullismo istituzionale con cui ha affrontato tutti i passaggi delle riforme”, ha avvertito Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera. Mentre i 5 stelle hanno chiamato in causa perfino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Gli chiediamo un monito al Parlamento perché si rinvii il voto sulla riforma della Costituzione a dopo la mozione di sfiducia al Senato, è incredibile che un governo appeso a un filo possa cambiare la Carta”, ha detto il capogruppo del Movimento 5 stelle a Montecitorio, Michele Dell’Orco, riferendosi alle vicende giudiziarie su Tempa rossa. Si conferma all’opposizione anche Forza Italia che con le parole di Francesco Paolo Sisto, parla di “scempio della Costituzione” riferendosi alla riforma voluta dalla maggioranza. Se le opposizioni dovessero salire sulle bariccate il voto finale, previsto per martedì potrebbe slittare a mercoledì o addirittura a giovedì, l’unica strategia possibile, dal momento che per il dibattito i tempi sono contingentati (12 ore in tutto) sarebbe quella di far intervenire tutti i deputati per dichiarazione di voto.

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