Caos Regionali e voglia di fughe. Berlusconi prova a serrare ranghi Fi

Caos Regionali e voglia di fughe. Berlusconi prova a serrare ranghi Fi
22 aprile 2015

di Barbara Acquaviti

Cercare di “serrare i ranghi”, tentare di “sminare” alla vigilia di appuntamenti importanti come il voto sull’Italicum e le Regionali quel campo di battaglia in cui si è ormai trasformata Forza Italia. Silvio Berlusconi incontrerà oggi i parlamentari azzurri con l’obiettivo di contrastare quel senso di smarrimento che regna sovrano. Tuttavia, una cosa è dire “ricompattare”, altra è raggiungere l’obiettivo. Basta pensare che vedrà separatamente deputati (alle 15 alla Camera) e senatori (alle 18.30 a Palazzo Madama) anche perché i due rispettivi capigruppo, Renato Brunetta e Paolo Romani, sono ormai talmente in rotta di collisione che non è si è riusciti nemmeno ad organizzare un’unica riunione congiunta. D’altra parte che Forza Italia sia una polveriera quasi non fa più notizia. La stessa linea adottata a Montecitorio sull’Italicum non mette certo tutti d’accordo: l’Aventino in commissione in segno di protesta contro le sostituzioni dei ribelli Pd e poi il voto contrario in aula rappresentano la posizione ufficiale del partito, ribadita cento volte al giorno proprio da Brunetta.

VERDINIANI Una linea, dunque, che si colloca ancora contro il patto del Nazareno e questo sebbene i vertici delle aziende di famiglia, a cominciare da Fedele Confalonieri e Ennio Doris, continuino a chiedere all’ex premier di riconsiderare la sua posizione nei confronti di Renzi. Svolta che, a questo punto, a dispetto delle tentazioni, risulta molto difficile. Intanto, almeno per ora, nell’ombra restano i verdiniani. E’ probabile che fino all’ultimo non scopriranno le loro carte, ivi compresa l’eventuale nascita di nuovi gruppi. Molto dipenderà anche da come verranno composte le liste per le Regionali, a cominciare dalla Toscana, feudo del senatore azzurro. Di certo, però, i segnali che per il momento il Cavaliere manda a Denis non sono esattamente concilianti.

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FIORI La stessa nomina di Marcello Fiori a responsabile Enti locali del partito – che molti parlamentari si sono affrettati ad applaudire – ha come conseguenza immediata quella di tornare a “riempire” le stanze della sede di San Lorenzo in Lucina (finché si riuscirà a pagare l’affitto) che ormai Verdini diserta da mesi. Fiori, d’altra parte, con un passato nella Protezione civile, ha proprio quel profilo “organizzativo” che prima era nelle mani del garante del patto del Nazareno. L’altro fronte interno per il Cavaliere, ormai da mesi, è quello con Raffaele Fitto. La telenovela pugliese continua e lo scontro è ormai arrivato a un punto di non ritorno. La nuova puntata è rappresentata dalla proposta, avanzata da Giorgia Meloni, di risolvere il problema della doppia candidatura di centrodestra in Puglia con delle primarie in extremis tra Francesco Schittulli e Adriana Poli Bortone. Sono “assolutamente favorevole” dice Raffaele Fitto, ma l’ex sindaco di Lecce non lascia spiragli: “E’ un’idiozia”, sentenzia.

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