Capo di Gabinetto e stato di dissesto, le prime due spine di Virginia

Capo di Gabinetto e stato di dissesto, le prime due spine di Virginia
10 luglio 2016

morganteLa sindaca di Roma Virginia Raggi (foto home) si prende ancora qualche giorno per decidere chi sarà il suo Capo di Gabinetto. Quella della giudice della Corte dei Conti Daniela Morgante (foto), fino a venerdì accreditata per il ruolo, non era una boutade ma un vero passo indietro. Prima in predicato per la competenza del Bilancio, poi in corsa per la guida del Gabinetto della sindaca, Morgante, sempre venerdì ha fatto sapere attraverso i suoi collaboratori di non essere più interessata all’incarico. Rumours attribuiscono l’allontanamento alla volontà della giudice di dichiarare Roma in pre dissesto finanziario. Morgante si risente e contrattacca: “Questo potrebbe farlo solo l’assessore al Bilancio Marcello Minenna”, spiega, perché solo chi vede i conti del Comune potrebbe proporre a Raggi di dichiarare lo stato di dissesto. I Comuni che si dichiarano in queste condizioni, grazie alla Legge di stabilità, possono usare liberamente le risorse liberate dalla rinegoziazione dei mutui e ammortizzare il debito rimanente in 30 anni, potendosi permettere così di far ripartire gli investimenti. Ma questa suonerebbe, a livello di comunicazione, come una resa per chi, come Raggi, vuole fare di tagli, efficienza e rigore il motore della sua Roma. Dopo l’eliminazione con coda di polemiche di Raffaele Marra, e di Daniele Frongia passato ad altro incarico, i nomi sulla scrivania di Raggi sono diversi, anche se il più accreditato resta la magistrato Carla Raineri, che l’ex commissario capitolino Francesco Paolo Tronca aveva messo a capo dell’anticorruzione del Comune nominata.

Mentre questa casella resta libera, gli assessori della Giunta Raggi sono già alle prese con lo straordinario quotidiano della Capitale. Linda Melea, dalla trincea dei Trasporti, entrerà nel suo ufficio solo domani ma, dopo l’ennesimo venerdì nero del traffico nella Capitale dice all’Askanews, di “mettere mano già in queste ore” a “questa situazione difficile, che va gestita”. Luca Bergamo, sul fronte Cultura, nel suo ufficio ci è entrato alle 8 di venerdì scorso per fronteggiare le lungaggini dell’amministrazione che stanno costringendo le principali manifestazioni dell’Estate Romana a dare forfait per quest’anno. Laura Baldassarre l’assessorato ai Servizi sociali lo ha fatto aprire ieri mattina alle associazioni che aiutano i migranti transitanti di via Cupa, accampati per strada, dopo lo sgombero voluto dalla gestione commissariale, nelle strade della zona Tiburtina e oramai allo stremo. Domani si aprirà un tavolo istituzioni-associazioni per ridistribuire le presenze nelle strutture disponibili. Entro Ferragosto, secondo Baldassarre, si deve arrivare ad un meccanismo stabile e, nel medio periodo, a un Polo per l’accoglienza di chi arriva a Roma per rifugiarsi, per lavorare, o solo per andare altrove. Roma, per la Giunta Raggi, non ha dunque solo sette colli ma già diverse scalate difficili da scalare, e siamo solo al suo primo weekend.

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