Economia

Dopo 14 anni torna “l’accisa mobile Bersani-Prodi”

Dopo 14 anni torna l’accisa mobile di Bersani. Il meccanismo introdotto dal governo Prodi II che a fronte di un aumento dei prezzi dei carburanti, e quindi del gettito Iva, riduce di un pari importo l’ammontare delle accise per limitare i rincari. Sarebbe questo la scelta del governo che si deduce dai riferimenti normativi citati dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time al Senato e dalle successive precisazioni diffuse da fonti dell’esecutivo.

Giorgetti al Senato, escludendo un intervento sull’Iva sui carburanti, ha detto che “il governo potrà, invece, valutare una manutenzione e l’aggiornamento della disciplina introdotta dall’articolo 1, commi 290 e 291 della legge 244 del 2007”. Nei commi 290 e 291 della legge 24 dicembre 2007 n.244 (la legge finanziaria 2008) si stabilisce che con un decreto del Ministro dell’economia da adottare ogni tre mesi le accise sui carburanti “sono diminuite al fine di compensare le maggiori entrate dell’imposta sul valore aggiunto derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio”.

L’accisa mobile scatta solo se il prezzo “aumenta in misura pari o superiore, sulla media del periodo, a due punti percentuali rispetto esclusivamente al valore di riferimento, espresso in euro” indicato nel Def. Il provvedimento entrato nella finanziaria 2008, trovava origine nella “terza lenzuolata”, il pacchetto di liberalizzazioni proposta dall’allora ministro dello Sviluppo economico del governo Prodi II. Un meccanismo del genere era stato ipotizzato nel marzo scorso dal ministro dell’ambiente Roberto Cingolani tra le misure del decreto taglia-prezzi varato dal governo Draghi dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Sul prezzo dei carburanti, “ricordo che le misure adottate dal precedente Governo (sin da marzo 2022), che hanno portato alla riduzione delle accise sui carburanti – ha aggiunto Giorgetti – sono state adottate quando il loro prezzo aveva superato i 2 euro al litro (toccando i 2,184 euro per la benzina) e si concludevano nel mese di novembre. Condizioni queste di prezzo molto diverse da quelle attuali e, proprio in ragione di ciò, il Governo ha ritenuto opportuno di dover intervenire con misure normative volte a migliorare la trasparenza dei prezzi e ad evitare speculazioni”. 

Intanto, i benzinai hanno indetto sciopero il 25 e 26 gennaio e come ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, “domani, alle 11.30, il governo, in una delegazione con me e i ministri proponenti del decreto legge che riguarda il settore, incontrerà i sindacati del settore, per ascoltare le loro ragioni e confrontarle con le misure che il governo intende adottare e ha adottato”. Lo sciopero è previsto dalle 19.00 del 24 gennaio 2023 alle 07.00 del 27 gennaio 2023. “Il Governo – si legge nella nota delle tre organizzazioni – aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. E’ stata avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Quindi è stato dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del Governo. Si preannuncia un presidio sotto Montecitorio. 

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