Cardinale rompe col governatore. Crocetta quater muore sul nascere. E ora rimpasto?

Cardinale rompe col governatore. Crocetta quater muore sul nascere. E ora rimpasto?
18 novembre 2015

Muore sul nascere. Il Crocetta quater si rompe subito. Sicilia futura, movimento dell’ex ministro Toto’ Cardinale, che conta all’Ars un nutrito gruppo di deputati, prezioso per la tenuta della maggioranza, toglie il sostegno al governo nel quale e’ rappresentato dall’assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce, cui tocca formalizzare le dimissioni. “Questa scelta sofferta di uscire dal governo regionale e’ quella piu’ giusta per provare a favorire il ritorno della politica con la ‘p’ maiuscola”, afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo del Pdr-Sicilia futura all’Ars, per il quale questa decisione “e’ di fatto una scelta obbligata in quanto abbiamo da sempre chiesto al governatore Crocetta ed alla maggioranza che lo sostiene una linea politica ed un programma, ma invece ci siamo imbattuti in una sorta di labirinto, fatto di trattative ed incastri politici che hanno determinato la situazione di stallo fino a ieri ci trovavamo”. In altre parole, “eravamo il bersaglio mobile e questa crisi mirata al buio lo ha dimostrato in toto con evidenza di fatti. Al presidente della regione, al Pd (oggi nostro riferimento) ed ai nostri amici di partito giunga l’ultimo appello a fermarsi”. Il governatore Crocetta, dal canto suo, ha chiuso a ogni altro negoziato: “Nella formazione del governo ho rispettato con grande lealta’ gli accordi sottoscritti con i partiti e i movimenti della maggioranza. Il tempo della trattativa e’ finito. Adesso e’ il tempo della leale collaborazione e del lavoro, con tutti coloro che ci stanno. La discussione e’ pertanto chiusa”.

Insomma, Crocetta va avanti, anche rispetto ai malumori nel Pd. Il Partito democratico, aggiunge il presidente, “ha avuto una rappresentanza notevolmente piu’ forte rispetto a quanto previsto nel patto originario e quindi ritengo che nessuno abbia da muovere obiezioni politiche rispetto al risultato”. Per quanto riguarda Sicilia futura “ha avuto il riconoscimento di un assessorato strategico come quello del Territorio e Ambiente, le forze minori del centrosinistra il riconoscimento dell’assessorato alla Funzione Pubblica”. L’ipotesi di un assessore tecnico in quota del presidente da nominare alla Funzione pubblica, per il governatore “e’ venuta meno nel momento in cui Antonio Fiumefreddo ha ritirato la sua candidatura per consentire un allargamento della maggioranza. La soluzione del dodicesimo assessore non poteva che essere politica, consentendo di allargare la maggioranza”. Lantieri “e’ stata sempre leale sia con il presidente che con il governo e con tale spirito ho proceduto alla sua nomina. Mi rendo conto che alcune forze possano sentirsi sottostimate ma credo, con molta sincerita’, che la forza che avrebbe ragione di rivendicare spazi e’ l’attuale gruppo Megafono/Psi, che ha sempre avuto espressione diretta di un assessore, che oggi deve condividere con un altro gruppo”. Di sicuro, per Crocetta la ricomposizione del governo “non puo’ essere una storia infinita. La vicenda del governo politico e’ aperta dal mese di luglio con un dibattito che e’ durato cento giorni. Un po’ troppo. In una fase nella quale dobbiamo accelerare sulla spesa europea, fare il riequilibrio dei conti e affrontare le tante emergenze che attraversano la Sicilia per uno sviluppo vero. La Sicilia prima di tutto”. E adesso rimpasto?

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