Politica

Case green, chiesti obiettivi più ambiziosi. E l’Europarlamento si spacca

Con 343 voti contro 216 e 78 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato, oggi a Strasburgo, il mandato negoziale dell’Assemblea per la direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici. Sul voto, l’Aula si è spaccata in due, con il centro sinistra a favore e la destra contraria, mentre il centro si è spaccato a sua volta fra contrari (la maggioranza), favorevoli e astenuti. Sulla base di questo testo, l’Europarlamento discuterà ora con il Consiglio Ue e con la Commissione europea, nel negoziato a tre (“trilogo”) volto a trovare un accordo sulla legislazione da adottare.

L’Aula ha approvato una serie di emendamenti che non cambiano sostanzialmente gli obiettivi della direttiva, nella versione modificata dal lavoro delle commissione europarlamentare competente (quella per Industria, Energia e Ricerca), che vuole rendere le misure proposte dalla Commissione ancora più ambiziose. Secondo la proposta originaria della Commissione europea del 15 dicembre 2021, al fine di tener conto della diversità del patrimonio immobiliare e delle condizioni climatiche dei vari paesi, ogni Stato membro dovrà individuare il 15% degli edifici meno efficienti del proprio parco nazionale, e assegnare loro la classe di prestazione energetica “G”, la più bassa, come parametro di base (che potrà corrispondere dunque a valori diversi a seconda del paese).

Questo punto di partenza è stato accettato dal Parlamento europeo; ma mentre la proposta della Commissione prevede che tutti gli edifici pubblici e non residenziali esistenti in classe “G” passino alla classe superiore “F” entro l’inizio del 2027, e poi alla “E” entro l’inizio del 2030, l’Europarlamento chiede che questi edifici raggiungano la classe “E” entro il 2027 e la “D” entro il 2030. Inoltre, mentre per la Commissione le unità immobiliari residenziali esistenti di classe “G” dovranno conseguire la classe di prestazione energetica “F” entro l’inizio del 2030, e la classe successiva “E” entro l’inizio del 2033, il Parlamento europeo, chiede invece che questi edifici raggiungano almeno la classe di prestazione “E” entro il 2030 e la “D” entro il 2033.
Gli eurodeputati mirano, insomma, a innalzare di una classe tutti gli obiettivi.

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