Abu Omar, Mattarella concede grazia parziale all’ex agente Cia De Sousa. Oggi forse in Italia

Abu Omar, Mattarella concede grazia parziale all’ex agente Cia De Sousa. Oggi forse in Italia
1 marzo 2017

omarabuSabrina De Sousa “e’ libera”. E’ probabile che oggi venga ugualmente a Roma “per formalizzare la sua posizione”, ma “non ci sara’ nessuna estradizione”. Lo ha affermato il suo avvocato Dario Bolognesi del foro di Ferrara. “Le e’ stata concessa una grazia con riduzione di pena e dunque non potra’ essere tradotta in Italia”. Con la grazia concessa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha spiegato il legale, la pena residua da scontare scende a tre anni con la conseguenza diretta della revoca dell’ordine di esecuzione nei suoi confronti e con la possibilita’ di poter beneficiare della sospensione condizionale. Proprio oggi De Sousa sarebbe dovuta essere estradata in Italia dal Portogallo.

“Dovro’ comunque – ha detto Bolognesi – proporre istanza al Tribunale di Sorveglianza di affidamento in prova ai servizi sociali per il residuo della pena in modo che non ci possano essere pendenze a suo carico”. “E’ molto probabile dunque che sia in Italia anche per parlare con me” ha concluso. Ed è stato lo stesso Quirinale a annunciare la concessione della grazia parziale di un anno di reclusione a Sabrina De Sousa, 61 anni, agente della Cia, condannata, in concorso con altre persone, alla pena di sette anni di reclusione per il reato di sequestro di persona, avvenuto a Milano nel febbraio del 2003 dell’Imam Abu Omar. Da sette anni, la pena è stata ridotta a quattro anni per l’indulto grazie alla legge 241 del 2006. Quindi, per effetto del provvedimento del Capo dello Stato, a carico della De Sousa permane la pena di tre anni di reclusione, pena che consente la pr esentazione di istanze di misure alternative al carcere senza necessità di detenzione carceraria. La decisione tiene conto anche del parere favorevole formulato dal ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria. Nella valutazione della domanda di grazia, il Capo dello Stato ha considerato l’atteggiamento tenuto dalla condannata, la circostanza che gli Stati Uniti hanno interrotto la pratica delle extraordinary renditions, e l’esigenza di riequilibrare la pena a carico della predetta rispetto a quella degli altri condannati per il medesimo reato.

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