L’esito delle tre votazioni distinte, tutte concluse con identico risultato, segna un passaggio cruciale nella vicenda che vede coinvolti membri di primo piano dell’esecutivo. La relazione Gianassi, che proponeva di concedere l’autorizzazione a procedere, è stata quindi respinta dall’organo parlamentare competente, spostando la decisione finale all’assemblea di Montecitorio.
Il caso trae origine dall’arresto e dalla successiva scarcerazione di Njeem Osama Elamsry, meglio conosciuto come Almasri, il generale libico accusato di crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte penale internazionale. La sua liberazione e il rimpatrio in Libia avevano sollevato polemiche e interrogativi sulla gestione della vicenda da parte delle autorità italiane, fino all’apertura di un’inchiesta che ha coinvolto i tre esponenti governativi.
Cambio al vertice della sicurezza giudiziaria libica
Mentre a Roma si discute delle responsabilità politiche e giudiziarie del caso, in Libia Almasri è stato sostituito dall’incarico di direttore del dipartimento per le operazioni e la sicurezza giudiziaria. A riferirlo è il portale di informazioni Libia Akhbar, che annuncia la nomina del maggiore generale Suleiman Oweidat Ajaj al suo posto.
La decisione è stata presa da Fattah Daboub, nuovo capo della polizia giudiziaria libica, che ha scelto Ajaj per guidare il delicato settore della sicurezza delle strutture giudiziarie e dei centri di detenzione. Secondo le fonti governative citate dal media libico, il neo-nominato è “un membro della sicurezza con una vasta esperienza nel campo della sicurezza giudiziaria, avendo ricoperto diversi incarichi dirigenziali negli ultimi anni”.
Il cambio al vertice si inserisce in un contesto più ampio di riorganizzazione delle forze di sicurezza libiche. Secondo l’agenzia Nabd, la sostituzione di Almasri sarebbe avvenuta “in attuazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Dabaiba e la Forza di deterrenza sotto l’egida turca”, evidenziando il ruolo di Ankara come mediatore nella complessa situazione politica e militare del paese nordafricano.
L’attesa per il voto decisivo
Ora tutti gli occhi sono puntati sul 9 ottobre, quando l’Aula di Montecitorio sarà chiamata a esprimersi definitivamente sulla richiesta di autorizzazione a procedere. Il relatore Pittalis presenterà la sua relazione, prevedibilmente contraria all’autorizzazione dato l’orientamento emerso in Giunta, ma sarà il voto dell’assemblea a determinare se i magistrati potranno proseguire nelle indagini sui tre esponenti del governo.
La vicenda continua a dividere la politica italiana, con le opposizioni che denunciano una gestione opaca del caso e la maggioranza che difende l’operato dei propri rappresentanti istituzionali. Il risultato del voto in Aula rappresenterà un test significativo per la tenuta della maggioranza su un tema tanto delicato quanto controverso.