Caso Gregoretti, lunedì voto in Giunta. Salvini difende Casellati

18 gennaio 2020

Si anima ulteriormente, con uno scontro sul ruolo di Elisabetta Casellati, l’iter del voto della Giunta per le elezioni e le immunita’ del Senato sulla vicenda Gregoretti. Lunedi’, l’organismo guidato da Maurizio Gasparri si esprimera’ sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania che lo accusa di sequestro di persona per aver bloccato, a fine luglio, per giorni lo sbarco dei 131 migranti a bordo della nave militare italiana. E decisivo affinche’ il pronunciamento non fosse rinviato a dopo le Regionali del 26 – come chiedeva la maggioranza – e’ stato proprio il voto del presidente del Senato espresso oggi in Giunta per il regolamento. Voto che le e’ costato l’accusa di mancata imparzialita’ da parte delle forze che sostengono il governo Conte, mentre l’opposizione, da Forza Italia, il suo partito, a Giorgia Meloni, alla Lega di Salvini, l’ha difesa. “La Casellati e’ una senatrice” e, come tale, ha votato, ha affermato il segretario leghista. “Sono pero’ curioso di vedere chi andra’ in Giunta per le immunita’ al Senato a dire che sono un criminale”, ha aggiunto, impegnato nel tour elettorale in Calabria in vista del voto di fine mese.

“Lo vedremo se difendere l’onore di un ministro che, come suo dovere, ha difeso l’onore e la sicurezza del suo Paese e’ un crimine”. “In Tribunale ci vado a testa alta – ha continuato – Il 20 gennaio si decidera’, dunque, se Matteo Salvini e’ un criminale o un italiano”. Sul campo resta lo scontro tra la maggioranza e il presidente Casellati. “Alla fine ha gettato la maschera: ha votato insieme alla destra per convocare una Giunta illegale, convocata contro il regolamento e contro il buon senso”, ha tuonato il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, all’esito del voto. “La presidente del Senato da oggi non e’ piu’ considerabile carica imparziale dello Stato, ma donna di parte”, ha aggiunto dicendosi “molto preoccupato per la democrazia”. Per Loredana De Petris di Leu e’ invece “molto grave che si stabilisca la perentoreita’ dei termini e che cinque minuti dopo si affermi che quello stesso termine si puo’ derogare”, mentre il capogruppo M5s, Andrea Perilli, ha puntato l’indice contro la minoranza che ha preso decisioni – ha affermato – “assolutamente maldestre”. E il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e deputato del Movimento 5 stelle, Giuseppe Brescia, ha chiesto le dimissioni della Casellati.

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Parole che hanno costretto Palazzo Madama a una replica. Il presidente del Senato ha respinto “ogni ricostruzione dei fatti che in qualche modo possa mettere in discussione la terzieta’ della sua azione, ovvero connotarla politicamente, perche’ non si puo’ essere terzi solo quando si soddisfano le ragioni della maggioranza e non esserlo piu’ quando si assumono decisioni che riguardano il corretto funzionamento del Senato”. Dopo giorni di rinvii e di concitazione, si e’ arrivati alla decisione in un clima di caos e di polemica. Movimento 5 stelle e Partito democratico hanno battagliato fino all’ultimo per far slittare il voto a dopo le elezioni regionali – con l’obiettivo di non concedere vantaggi ‘dialettici’ alla Lega nella corsa per la presidenza dell’Emilia Romagna e della Calabria – e ora non escludono la possibilita’ di non partecipare alla seduta del 20. Il ‘semaforo verde’ alla Giunta e’ arrivato al termine di una discussione durata oltre tre ore, che si era aperta con il riequilibrio dei componenti della Giunta per il Regolamento, composta fino a questa mattina da dieci senatori, sei della minoranza, 2 M5s e 2 Pd.

Casellati, su richiesta e indicazione della maggioranza, ha chiamato a farne parte Loredana De Petris e Julia Unterberger, presidenti del Misto e del Gruppo per le Autonomie. Con un plenum di 12 parlamentari, 6 per schieramento, la Giunta, all’unanimita’ e senza il voto di Casellati, ha affermato la perentorieta’ dei limiti fissati dalle norme di Palazzo Madama, ha sancito cioe’ che la Giunta ha 30 giorni di tempo per esprimersi su una richiesta di autorizzazione a procedere contro un ministro. A questo punto, l’opposizione ha presentato un secondo documento: un ordine del giorno per chiedere una deroga per il solo caso Gregoretti poiche’ il termine dei 30 giorni sulla vicenda che tocca il leader della Lega scadeva proprio oggi. Ma oggi – e’ stata la tesi sostenuta dal centrodestra – la Giunta non avrebbe potuto riunirsi perche’ due suoi componenti sono in missione con la commissione Antimafia negli Stati Uniti (Pietro Grasso e Mario Giarrusso) e perche’ deve essere convocata con un preavviso di almeno 24 ore.

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L’odg e’ quindi passato con il voto decisivo di Casellati, che replicando alle dure accuse che le sono piovute addosso dalla maggioranza, ha sostenuto di aver votato si’ per garantire “il corretto funzionamento del Senato”. Lunedi’, dunque, la Giunta per le immunita’ votera’ sulla relazione con cui Gasparri proporra’ di rigettare l’istanza dei magistrati siciliani che accusano Salvini del sequestro dei migranti trattenuti per alcuni giorni a fine luglio a bordo della nave della Guardia costiera ormeggiata nel porto di Augusta. “Trovo molto grave votare una regola, la perentorieta’ dei trenta giorni, e un minuto dopo l’eccezione ad personam cucita sui desiderata di Salvini. In questo modo si mina la funzione di garanzia di organi come la Giunta del Regolamento e quella per le Immunita’”, ha lamentato l’ex presidente del Senato Pietro Grasso. “A questo punto – ha poi aggiunto il senatore di Leu – ogni decisione da parte mia e della maggioranza e’ possibile, dal momento che il voto determinante sara’ quello successivo, dell’Aula”. “Avremo modo coi colleghi di maggioranza di valutare insieme la giusta strategia. Ribadisco la mia convinzione assoluta: nessun ministro puo’ essere o sentirsi sopra la legge”.

L’esito del voto di lunedi’, numeri alla mano, sembra scontato. La relazione dovrebbe essere bocciata della Giunta formata da 10 rappresentanti del centrodestra e da 12 della maggioranza. Il senatore Meinhard Durwalder, del gruppo per le Autonomie, non dovrebbe invece partecipare per problemi personali. La sua potrebbe pero’, come suggerito anche dalle dichiarazioni di Grasso, non essere l’unica assenza. La maggioranza non esclude infatti la possibilita’ di disertare la seduta, considerando la sua convocazione illegittima. Ma in questo caso i componenti dell’opposizione in giunta potrebbero essere ‘autosufficienti’ e garantire il numero legale, che e’ di otto senatori. Il che potrebbe aprire a ulteriori colpi di scena. Ad ogni modo, e’ certo che la decisione della Giunta non sara’, comunque, definitiva. L’ultima parola sulla vicenda spetta infatti all’Aula. Il verdetto definitivo e’ atteso a meta’ febbraio.

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