Politica

Catalogna, Puigdemont segna un punto nella battaglia legale

L’ex presidente regionale catalano Carles Puigdemont è estradabile per il reato di malversazione, ma non per quelli di ribellione e sedizione: la decisione del tribunale dello Schleswig-Holstein – peraltro ampiamente prevista visti i precedenti in altri Paesi europei – costituisce una vittoria per gli indipendentisti catalani, e non solo dal punto vista dell’immagine. La sentenza mette infatti ulteriormente in crisi la narrativa sui fatti del primo ottobre scorso che la Procura spagnola ha deciso di imporre fin dall’inizio: quella di una ribellione violenta contro lo Stato, che i giudici tedeschi ritengono di fatto inesistente al punto di aver scartato anche il possibile reato di “alterazione dell’ordine pubblico”.

In sostanza, se sarà effettivamente estradato – il tribunale tedesco emetterà una decisione nei prossimi giorni – Puigdemont, considerato dai giudici come il capo della “cospirazione” indipendentista, potrà essere processato solo per un reato finanziario per il quale rischia fino a cinque anni di carcere, contro i trenta dei suoi colleghi di governo in carcere in Spagna. Un duro colpo per la procura guidata da Pablo Llarena, che rischia ora di pagare il prezzo di una eccessiva e palese politicizzazione della magistratura autorizzata da un governo, quello dell’ex premier Mariano Rajoy, che si era sempre rifiutato di dare una risposta puramente politica alla crisi.

Llarena peraltro dopo aver chiuso il fascicolo istruttorio per tutti gli imputati ha deciso di sospendere dall proprie funzioni tutti coloro che risultano deputati eletti, fra cui lo stesso Puigdemont: un potere che secondo il Parlamento catalano nessun giudice può arrogarsi, dal momento che solo gli stessi parlamentari possono decidere della decadenza di un collega. Una questione tutt’altro che secondaria perché gli indipendentisti, senza i voti degli imputati, perderebbero la maggioranza: la soluzione “soft” proposta per ora dai legali del Parlamento catalano per evitare un nuovo conflitto giuridico è quello della nomina di un delegato al voto.

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