Cav dà ok Aventino su riforme (ma pensa a Italicum). Spina Fitto

di Barbara Acquaviti

Ieri tutti fuori dall’Aula: a metà pomeriggio, per la prima volta dopo mesi, Forza Italia torna ad avere un’unica linea. Che poi è quella dell’Aventino sulle riforme (resta in Aula solo Saverio Romano) che porta gli azzurri sempre più lontani dal fu patto del Nazareno. E’ Silvio Berlusconi a indicare la linea, è sempre lui – in contatto telefonico da Arcore – a stabilire che questa volta la decisione non sarà imposta ma sarà il frutto di un voto nel gruppo della Camera. Non è un improvviso attacco di democrazia interna ma una vera e propria strategia. Che suona più o meno così: d’ora in poi le decisioni si prendono dopo una discussione interna, si vota e alla fine la minoranza si adegua alle decisioni della maggioranza oppure ci si mette fuori dal partito. Ogni riferimento a Raffaele Fitto è puramente voluto. Perché l’eurodeputato resta la spina nel fianco del leader azzurro: l’irritazione del Cavaliere nei suoi confronti è direttamente proporzionale al numero di iniziative e conferenze stampa che promuove. L’ultima in mattinata per pungolare il partito proprio sul tema delle riforme. “Noi – annuncia – voteremo contro il ddl Boschi. Forza Italia che fa? Esca dall’ambiguità”. Perché – sottolinea Fitto – al di là delle richieste di incontro con il presidente Mattarella o della strategia aventiniana con le altre opposizioni, la domanda che resta sospesa è: come si esprimerà il partito al momento del voto finale? Ma c’è di più, perché l’ex ministro ha anche l’ardire di sostenere che “Berlusconi sta commettendo degli errori che vanno sottolineati”.

LA SPACCATURA Quello che segue alle suddette dichiarazioni è un bombardamento di comunicati che dà la plastica immagine di una spaccatura in due. Sì, in due perché anche i verdiniani si schierano contro Fitto mentre dai frondisti è un profluvio di dichiarazioni in difesa del leader della minoranza interna. Berlusconi ormai non ne può più, per lui l’eurodeputato è alla stregua di Fini. In questi giorni il leader azzurro sta tentando di ripristinare la sua leadership nel partito. La stessa linea sulle riforme lo dimostra. La scelta aventiniana, infatti, è figlia anche di quello che è accaduto in Aula nella notte. Perché verso le due Matteo Renzi si è presentato nell’emiciclo e, tra l’altro, ha ingaggiato una serie di discussioni (talvolta battibecchi) con alcuni esponenti di Forza Italia: questa legislatura – è stato il senso del ragionamento – è nata perché deve fare le riforme, se le riforme si bloccano si va a votare. Anche con il Consultellum: “Io non ho nessun timore”, avrebbe argomentato. La replica del leader azzurro ai suoi: “Non possiamo accettare le minacce di Renzi”.

LE URNE Andare alle urne ora, con consensi tutti da riconquistare, non è certo nei desiderata di Berlusconi. Ma d’altra parte il Cavaliere sa che con un proporzionale puro le chance di “giocarsela” sono superiori. Ecco perché tra gli azzurri si sta guardando già al prossimo obiettivo: frenare il percorso dell’Italicum. Berlusconi non è mai stato a favore delle preferenze ma starebbe valutando l’ipotesi di cambiare posizione per saldarsi con le richieste della minoranza dem e provare a mettere in difficoltà Renzi. D’altra parte, se la legge elettorale dovesse cambiare anche di una sola virgola alla Camera sarebbe necessario un nuovo passaggio al Senato: e lì, dove i numeri sono più ballerini, Forza Italia potrebbe aprire una nuova partita.

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