Cento vertenze bloccano il Paese, Fim-Fiom-Uilm in piazza: il governo risolva crisi dell’industria

Cento vertenze bloccano il Paese, Fim-Fiom-Uilm in piazza: il governo risolva crisi dell’industria
24 giugno 2020

Quella di domani in piazza del Popolo a Roma sarà una manifestazione per costringere il Governo a interessarsi e a trovare soluzioni per le circa 100 vertenze di aziende metalmeccaniche, a partire dall’automotive e alla siderurgia. Lo hanno sottolineato i leader di Fim, Fiom e Uilm (Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella) nel corso di una pausa nella trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici.

“Sarà una grande assemblea in piazza, seduti e distanziati – ha detto Re David – i metalmeccanici saranno in piazza in numero contingentato per mettere al centro il lavoro e l’industria. Abbiamo avuto risposte dal Governo sugli ammortizzatori nella prima fase, ma tutti i tavoli sono fermi, quelli vecchi e quelli nuovi. Il Governo ha l’idea che i lavoratori non debbano mettere bocca sulle politiche industriali e su dove si va. Pensiamo che questo sia sbagliato, che vanno affrontate le crisi e che le imprese e il Governo devono sedersi con il sindacato per affrontarle e risolverle”.

Bentivogli ha sottolineato che “il guaio è che da due anni le vertenze continuano ad aumentare, non si risolve nessuna vertenza più a livello governativo. Il Governo non ha più ruolo all’interno delle vertenze. Quelle più grandi sono sempre più intricate e complicate da risolvere. Penso all’Ilva, mentre il settore automotive è nel crollo più totale. Il Governo non dà cenni di politica industriale. Abbiamo proposto la rottamazione dell’auto fino a Euro 4 per l’acquisto di Euro 6. Su questo ci sono troppi ideologismi che rischiano di bloccare una misura urgente”.

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Palombella ha inoltre affermato che “la manifestazione voluta in piena pandemia sarà simbolica. Rispetteremo le distanze, ma il messaggio al Governo e a Federmeccanica è importante: basta con i rituali. Bisogna fare in modo in pochissimo tempo di assicurare da un lato i rinnovi dei contratti; dall’altra chiedere al Governo di interessarsi delle crisi industriali. Abbiamo tanti tavoli aperti, il rischio è che migliaia e migliaia di lavoratori perdano il posto di lavoro. E’ giunto il momento di fare un’azione comune per cercare di costringere il Governo a interessarsi delle crisi industriali”.

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