Centristi in fibrillazione per Italicum, asse con FI per cambiarlo

Centristi in fibrillazione per Italicum, asse con FI per cambiarlo
22 giugno 2016

toti salvini“Salvini? Ha perso voti, e’ in difficolta’, faccia quello che vuole ma chi si getta tra le sue braccia non andra’ da nessuna parte”. Forza Italia frena sull’ipotesi di siglare subito un nuovo asse con la Lega. Non puo’ essere il Carroccio – ribadiscono fonti azzurre – a guidare la coalizione. L’imperativo – ha spiegato anche Berlusconi ai suoi – e’ riconquistare lo spazio al centro, recuperare quei moderati che avevano abbandonato Forza Italia e ora, a suo dire, si sono stancati anche di Renzi. La spinta affinche’ si arrivi ad una transizione guidata in FI e’ sempre piu’ forte, si parla perfino di una raccolta di firme al Senato per chiedere un cambio di passo. Ma al momento la strategia dei vertici azzurri e’ quella di rimanere fermi, respingere qualsiasi richiesta di cambiamento nel partito, e puntare nel concreto sui temi sul tappeto. La linea e’ quella del dialogo con tutti, ovvero con i Cinque stelle sull’antirenzismo per cercare di stanarli sul referendum e con i centristi per formare un fronte che imponga al presidente del Consiglio la modifica dell’Italicum. Il cosiddetto ‘asse del nord’ contesta l’idea di indirizzare il partito a comportarsi da ‘pendolo’ in Parlamento, vorrebbe subito un’alleanza strategica con il Carroccio, ma anche il Cavaliere – riferiscono i fedelissimi – per ora frena.

Fino a quando non sara’ chiaro che a guidare la coalizione possono essere solo i moderati le richieste del partito di Via Bellerio – e di diversi ‘big’ azzurri – di arrivare al piu’ presto ad una lista unica non verranno accolte. Nessuna accelerazione sulla federazione del centrodestra, niente fughe in avanti. Raccontano che siano stati proprio Confalonieri e Letta a consigliare ai vertici maggiore prudenza. Toti, in nome dell’unita’ dell’alleanza, sara’ sabato a Parma per la Leopolda convocata dal giovane Matteo (ci saranno anche diversi parlamentari di Fdi, di Gal e dei Conservatori e riformisti), e con lui Gelmini e altri parlamentari di Fi, ma dal vecchio ‘cerchio magico’ e’ arrivato l’invito a prendere strade diverse. Nessun matrimonio con la Lega, non c’e’ fretta. Del resto Berlusconi ha rinviato ogni dibattito, la sua convalescenza – fanno sapere – sara’ ancora lunga. Anche il fatto che alla sessione di studi della Lega sabato non ci sara’ Romani e’ un segnale di come il ‘partito azienda’ in questo momento non condivida un asse FI-Lega a trazione leghista. Anzi in questo momento sono in corso contatti con i centristi.

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Non per un ritorno di fiamma con Alfano ma per sondare qual e’ il grado di malessere dentro Ncd. Schifani e’ uscito allo scoperto, sponsorizzando – al pari di Lupi – il ‘modello Milano’. Ma l’insofferenza dentro Area popolare e anche in Ala aumenta. I parlamentari centristi hanno chiesto al ministro dell’Interno di convocare una riunione di gruppo e anche la direzione. “Noi – sottolinea Formigoni – possiamo benissimo dire che il referendum lo lasciamo decidere ai cittadini senza impegnarci. Se Renzi non cambia atteggiamento allora meglio l’appoggio esterno”. La richiesta che verra’ avanzata al premier e’ quella di modificare la legge elettorale, consapevoli che la stessa richiesta proviene dalla minoranza dem. Un argomento che e’ finito anche sul tavolo del Consiglio dei ministri due giorni fa, quando il titolare del Viminale ha chiesto ai presenti se si puo’ parlare di maggioranza politica o soltanto parlamentare. “Ci deve essere una prospettiva, vogliamo risposte”, ripetono ora dal Nuovo Centrodestra.

La fibrillazione coinvolge l’ala siciliana, quella campana, ma anche i senatori calabresi non nascondono di essere preoccupati in vista delle Politiche. Ed e’ proprio a quell’area che ora guarda FI per cercare di allargare il fronte che potrebbe mettere in difficolta’ il premier ad ottobre. Nel centrodestra proseguono le riunioni per la costituzione dei ‘comitati del no’: una parte di FI resta fredda, ma l’intenzione anche di Berlusconi e dei ‘big’ di FI e’ quella di cercare una battaglia comune con gli alleati per mettere all’angolo Renzi per poi rientrare in gioco quando, qualora il premier dovesse fallire l’appuntamento della consultazione sulle riforme, si dovra’ mettere su un esecutivo di emergenza nazionale. In realta’ in FI c’e’ chi dice che qualche ‘avances’ del Pd di ritornare ad un dialogo e’ gia’ arrivata. “Ma – questo l’interrogativo dei dirigenti azzurri – perche’ dovremmo essere noi ad aiutare Renzi in questo momento”. Dunque no ad una nuova aggregazione con la Lega con Salvini che nel frattempo procedera’ ad una ‘rottamazione’ della vecchia classe dirigente di maroniana e bossiana memoria ma ‘niet’ anche a qualsiasi ipotesi di rivisitazione del ‘patto del Nazareno’.

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