Papa: Chiesa Messico rinunci a ricchezza, vanita’ e orgoglio

Papa: Chiesa Messico rinunci a ricchezza, vanita’ e orgoglio
15 febbraio 2016

Bisogna “smascherare” le tre “grandi forme di tentazione” che seducono gli esseri umani, denaro, fama e potere, che “attentano” al “progetto di Dio”, il cui nome è “misericordia” e il cui desiderio è “guarire il nostro cuore da tutto ciò che lo degrada, degradandosi o degradando”. Lo ha detto ieri il Papa nell’omelia della messa all’aperto a Ecatepec: “Abbiamo scelto Gesù e non il demonio”. A una trentina di chilometri da Città del Messico, la città è luogo di alta criminalità, violenza e narcotraffico. L’attuale Quaresima, ha detto Francesco, è un “tempo per regolare i sensi, aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie che attentano direttamente al sogno e al progetto di Dio. Tempo per smascherare quelle tre grandi forme di tentazione che rompono, dividono l`immagine che Dio ha voluto plasmare. Tre tentazioni di Cristo… Tre tentazioni del cristiano che cercano di rovinare la verità alla quale siamo stati chiamati. Tre tentazioni che cercano di degradare e di degradarci”.

Le tre tentazioni elencate dal Papa sono la ricchezza, la vanità e l’orgoglio: “La ricchezza, impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per ‘i miei’. E` procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui. Quella ricchezza che è il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una società corrotta è il pane che si dà da mangiare ai propri figli. La vanità. Quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che ‘non sono nessuno’. La ricerca esasperata di quei cinque minuti di fama che non perdona la ‘fama’ degli altri. ‘Facendo legna dell`albero caduto’, lascia spazio alla terza tentazione: l`orgoglio, ossia il porsi su un piano di superiorità di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la ‘vita dei comuni mortali’ e pregando tutti i giorni: ‘Grazie Signore perché non mi hai fatto come loro'”.

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“Fino a che punto – ha domandato il Papa – ci siamo abituati a uno stile di vita che pensa che nella ricchezza, nella vanità e nell`orgoglio stanno la fonte e la forza della vita? Fino a che punto crediamo che il prenderci cura dell`altro, il nostro preoccuparci e occuparci per il pane, il buon nome e la dignità degli altri sono fonti di gioia e di speranza?”. Francesco ha ricordato: “Abbiamo scelto Gesù e non il demonio; vogliamo seguire le sue orme, ma sappiamo che non è facile. Sappiamo che cosa significa essere sedotti dal denaro, dalla fama e dal potere. Perciò la Chiesa ci dona questo tempo, ci invita alla conversione con una sola certezza: lui ci sta aspettando e vuole guarire il nostro cuore da tutto ciò che lo degrada, degradandosi o degradando. E` il Dio che ha un nome: misericordia. Il Suo nome è la nostra ricchezza, il Suo nome è la nostra fama, il Suo nome è il nostro potere”. “Tu sei il mio Dio e in te confido”, ha fatto ripetere il Papa tre volte alla folla di 300mila persone stimate che assitono alla messa.

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