Cina, stampate le prime staminali in 3d. Prossima tappa gli organi artificiali

Cina, stampate le prime staminali in 3d. Prossima tappa gli organi artificiali
6 novembre 2015

Passo avanti della ricerca per la costruzione di organi e tessuti in laboratorio. Scienziati cinesi e americani hanno messo a punto un metodo di stampa 3-D in grado di produrre ‘blocchi’ altamente uniformi di cellule staminali embrionali. Queste cellule ‘bambine’ – in grado di generare tutti i tipi di cellule del nostro corpo – potrebbero essere usate come ‘mattoncini’ Lego per costruire parti di tessuto e potenzialmente anche micro-organi. I risultati di questa affascinante ricerca sono stati pubblicati oggi su ‘Biofabrication’. “È stato davvero emozionante vedere che potevamo coltivare un corpo embrioide in modo controllato”, spiega Wei Sun, autore principale dello studio. “Il corpo embrioide coltivato, inoltre, è risultato uniforme ed omogeneo, ed è un buon punto di partenza per un’ulteriore crescita del tessuto”. I ricercatori della Tsinghua University di Pechino e della Drexel University di Philadelphia hanno utilizzato un sistema di stampa in 3D per la produzione di una struttura a griglia tridimensionale studiata per far crescere il corpo embrioide, che ha dimostrato vitalità delle cellule e un rapido auto-rinnovamento per 7 giorni, pur mantenendo un’alta pluripotenza. Obiettivo “fabbriche” di organi Per il coordinatore della ricerca, Wei Sun, l’obiettivo principale è quello di produrre “mattoncini” di staminali totipotenti, capaci cioè di svilupparsi in qualsiasi direzione.

“Potrebbero aprire definitivamente la strada – ha spiegato – verso la possibilità di coltivare micro-organi in laboratorio”. “E’ un risultato interessante, che che getta le basi tecnologiche per ottenere in futuro delle vere e proprie fabbriche di organi”, osserva il professor Carlo Alberto Redi, dell’Università di Pavia. I metodi di stampa “Altri due comuni metodi per stampare queste cellule sono bidimensionali in una capsula di Petri o tramite la ‘sospensione’, una ‘stalagmite’ di cellule è costruita da materiale caduto per gravità”, continua Wei Sun. “Tuttavia, questi sistemi non mostrano la stessa uniformità e una proliferazione cellulare omogenea. Penso che abbiamo prodotto un microambiente in 3-D molto più simile a quello che si trova in vivo per la coltivazione del corpo embrioide, cosa che spiega i livelli più elevati di proliferazione cellulare”. Nuove prospettive I ricercatori sperano che questa tecnica possa essere sviluppata ulteriormente, fornendo gli elementi di base per eseguire esperimenti sulla rigenerazione dei tessuti o per studi di screening sui farmaci. “Il nostro prossimo passo sarà quello di saperne di più su come possiamo variare la dimensione del corpo embrioide modificando i parametri di stampa e quelli strutturali, e in che modo proprio variare la dimensione del corpo embrioide conduca alla” fabbricazione “di diversi tipi di cellule”, aggiunge Rui Yao, un altro autore. “A lungo termine, vorremmo produrre corpi embrioidi eterogenei controllati”, conclude Wei Sun. “Ciò dovrebbe aprire la strada alla crescita di micro-organi da zero in laboratorio”

Leggi anche:
Usa: cominciata la costruzione di porto per gli aiuti a Gaza
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti