Cinque milioni diabetici in Italia, 15 miliardi la spesa per Ssn

Cinque milioni diabetici in Italia, 15 miliardi la spesa per Ssn
14 novembre 2015

Cinque milioni le persone con diabete stimate nel nostro paese, 15 miliardi di euro l`anno il costo per il Servizio sanitario nazionale. E’ la fotografia del diabete in Italia scattata dal `Rapporto ARNO Diabete 2015`, frutto della collaborazione tra la Società Italiana di Diabetologia (SID) e il Cineca. Analizzando i dati relativi a oltre 30 ASL sparse sul territorio nazionale, è stato individuato un campione di 550 mila persone con diabete, rappresentativo della popolazione italiana: dato corrispondente ad una prevalenza del diabete del 6,2% (pari a una stima di 3.780.000 italiani con diabete), più che raddoppiato rispetto a 30 anni fa. In soli 18 anni, i casi noti sono aumentati di oltre il 70%. A questi vanno aggiunti i casi di diabete non riconosciuto, che si stima siano 1 ogni 4 casi di diabete noto. Questo porta i casi complessivi a circa 5 milioni e la prevalenza del diabete in Italia a circa 8,1%. Oltre il 65% delle persone con diabete ha più di 65 anni e 1 su 4 più di 80 anni, mentre il 3% ha meno di 35 anni. L`assistenza alle persone con diabete è una delle voci più `pesanti` nel budget della sanità: ottenere informazioni precise sui percorsi assistenziali e sulla spesa è dunque di importanza cruciale per migliorarne l`assistenza, con un occhio alla sostenibilità economica. Infatti, il 96% delle persone con diabete assume almeno un farmaco per il diabete o per altre patologie e consuma un confezioni di farmaci circa doppio (71 contro 32) rispetto ai non diabetici. Il 93% delle persone con diabete ha ricevuto dal SSN almeno una prestazione specialistica (visita ambulatoriale o esami del sangue o strumentali), contro il 73% dei non diabetici. Una persona con diabete su 5 si ricovera almeno una volta l`anno (media di 1.7 volte) e la degenza media nei diabetici è superiore di quasi un giorno rispetto ai non diabetici.

La spesa sostenuta dal SSN per curare le persone con diabete ammonta a circa 15 miliardi di euro l`anno. La spesa sanitaria pro capite annua nelle persone con diabete è circa doppia rispetto a quella dei non diabetici (rispettivamente Ç 2900 contro Ç 1500). Metà di questa spesa è generata dai ricoveri, il 21% dalla specialistica, il 20% dai farmaci non per il diabete, solo il 7% dai farmaci anti-diabetici e il 4% dai dispositivi. Da notare che la spesa per le visite diabetologiche ambulatoriali rappresenta appena l`1% della spesa totale. Il costo della gestione standard del diabete è circa il 10% della spesa totale, mentre il costo delle complicanze croniche rappresenta il 90%. Terapia del diabete a due velocità: insuline di ultima generazione ma antidiabetici orali `antichi` e spesso inadatti. Il farmaco in assoluto più utilizzato (in conformità con le linee guida) è la metformina (>80% dei soggetti). Oltre il 40% dei soggetti è trattato con sulfoniluree o repaglinide, fra l`altro usate più spesso negli anziani, i più fragili e a rischio effetti indesiderati. Ancora molto limitato – circa il 12% – l`uso delle incretine (inibitori DPP-4 e agonisti del recettore GLP-1), nonostante il loro rapporto rischio-beneficio sia più favorevole.

“Il maggiore costo a volte gioca contro i farmaci nuovi – afferma il presidente della SID Enzo Bonora – ma se si considera la spesa nel suo complesso (farmaco + dispositivi + costo delle patologie iatrogene come l`ipoglicemia) essa è inferiore o comunque non superiore con le incretine, rispetto alle sulfoniluree/glinidi. Lo stesso ragionamento probabilmente lo si dovrà fare fra qualche tempo con la classe degli inibitori SGLT-2, non presenti nel rapporto ARNO, in quanto sul mercato italiano solo dal 2015”. Stabile da anni è l`uso di pioglitazone (5%) e acarbosio (3%). “Si tratta di ottimi farmaci – continua Bonora – che meritano un`adeguata attenzione, nel contesto di quella personalizzazione della cura del diabete tipo 2 che è raccomandata dalle linee guida”. Radicalmente opposta la situazione sul fronte insuline: sempre più usati gli analoghi e sempre meno le vecchie insuline umane DNA-ricombinanti. “Questa transizione non sorprende – commenta Bonora – perché gli analoghi garantiscono maggiore sicurezza, stabilità glicemica e flessibilità. Resta comunque sorprendente il grande uso di insulina nel diabete tipo 2, spesso con multiple somministrazioni giornaliere, alla luce di un armamentario terapeutico oggi ricco di possibili e anche meno costose alternative”. Il 27% dei diabetici è trattato con insulina, da sola o in associazione ad altre terapie. Le insuline più usate sono glargine e lispro. Da notare che dei circa 850 milioni di euro spesi per i farmaci antidiabetici, circa la metà viene spesa per le insuline.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti