Cronaca

Cinque secoli dopo lo scisma, Papa e Carlo III pregano insieme: svolta storica in Vaticano

Per la prima volta in cinque secoli, il sovrano britannico e il Pontefice hanno pregato fianco a fianco nella Cappella Sistina. Re Carlo III e la regina Camilla hanno compiuto ieri una visita di Stato in Vaticano che segna una svolta nei rapporti tra la Chiesa cattolica e quella anglicana, con una celebrazione ecumenica che ha unito sotto la volta di Michelangelo due tradizioni cristiane separate da mezzo millennio di storia.

Il corteo reale ha attraversato via della Conciliazione alle 11 del mattino, entrando attraverso l’Arco delle Campane per raggiungere il Cortile di San Damaso. Ad accogliere i sovrani, la Guardia Svizzera in alta uniforme e un gruppo di Gentiluomini Pontifici, mentre risuonavano gli inni nazionali britannico e vaticano. “Benvenuto”, ha detto Papa Leone XIV stringendo la mano al re nella Biblioteca privata.

“Sono emozionato”, ha risposto Carlo, visibilmente colpito dalle bellezze artistiche del Palazzo Apostolico. L’incontro privato tra il Pontefice e il sovrano inglese si è svolto lontano dai riflettori, ma al centro del colloquio ci sarebbero stati i temi che accomunano le due istituzioni: la tutela dell’ambiente, la lotta alla povertà e la promozione della pace di fronte alle sfide globali. Successivamente, re Carlo ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, per un approfondimento sui rapporti bilaterali e sul dialogo ecumenico.

Lo scambio di doni ha avuto un forte valore simbolico. Il sovrano ha donato al Papa una fotografia incorniciata in argento e un’icona di Sant’Edoardo il Confessore, mentre Leone XIV ha offerto a Carlo una riproduzione in scala del mosaico del Cristo Pantocratore della Cattedrale di Cefalù. Ma il momento più significativo è stato lo scambio di due orchidee cymbidium bianche, presentato da suor Alessandra Smerilli a nome del Borgo Laudato sì: quella ricevuta dal Papa sarà piantata nelle tenute reali britanniche, quella donata dal sovrano troverà dimora a Castel Gandolfo, a simboleggiare la comune preoccupazione per il creato.

Una liturgia che unisce due Chiese dopo secoli di divisione

La preghiera ecumenica nella Cappella Sistina ha rappresentato il culmine spirituale della visita. Papa Leone XIV e l’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, oggi hanno presieduto insieme la celebrazione, alternando latino e inglese in una liturgia costruita attorno al tema della speranza, filo conduttore del Giubileo 2025. La lettura, tratta dalla Lettera ai Romani di San Paolo, è stata proclamata da Yvette Cooper, segretario di Stato britannico per gli affari esteri.

I testi liturgici attingevano da Sant’Ambrogio e da San John Henry Newman, l’ex anglicano convertito al cattolicesimo che il primo novembre sarà proclamato Dottore della Chiesa. La musica ha unito il coro della Cappella Sistina a quello della Cappella di San Giorgio del Castello di Windsor e ai bambini della Cappella Reale di St. James Palace. Il canto graduale, Ecce quam bonum, ha richiamato il Salmo 133: “Ecco, quanto è bello e quanto è gioioso, fratelli, vivere insieme in unità”.

Nel pomeriggio, la celebrazione si è spostata nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove re Carlo ha preso posto su uno scranno appositamente creato per lui dall’artigiano Marco Picalarga. Realizzata in noce e acero, la sedia reca lo stemma reale e il motto latino “Ut unum sint” – “Affinché siano una cosa sola”, citazione dal Vangelo di San Giovanni che richiama il motto scelto da Papa Leone, “In Illo uno unum”. Lo scranno resterà in Basilica per i futuri sovrani britannici.

Titoli e onorificenze sanciscono la comunione ritrovata

Prima della celebrazione, i reali hanno visitato la tomba dell’Apostolo delle genti. Durante la funzione, presieduta dall’abate Dom Donato Ogliari insieme al cardinale James Michael Harvey e alla moderatrice dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, Rosie Frew, re Carlo ha ricevuto il titolo di “Royal Confrater” dell’Abbazia e Basilica di San Paolo fuori le Mura. In cambio, Papa Leone XIV è stato insignito del titolo di “Papal Confrater” della Cappella di San Giorgio nel Castello di Windsor, con l’approvazione del sovrano e su proposta del Decano e dei Canonici del Collegio di San Giorgio.

Lo scambio di onorificenze ha completato il riconoscimento reciproco: il re ha conferito al Pontefice l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Bath, tradizionalmente riservata ai Capi di Stato, mentre il Papa ha insignito Carlo del titolo di Cavaliere di Gran Croce con Collare dell’Ordine Vaticano di Papa Pio IX. Anche la regina Camilla ha ricevuto l’onorificenza di Dama di Gran Croce dello stesso Ordine.

Durante la funzione a San Paolo, la Schola cantorum e la comunità monastica dell’Abbazia hanno unito le loro voci a quelle dei cori inglesi. I monaci hanno intonato l’inno gregoriano Excelsam Pauli gloriam, mentre le preghiere hanno invocato che “i leader delle chiese siano guida per la libertà, la giustizia, la verità” e per la “Terra, la nostra casa comune di cui sentiamo il grido”. Il tema ambientale, caro sia al sovrano che al Pontefice, ha attraversato l’intera giornata.

Questo scambio di titoli e di gesti rappresenta, di fatto, un riconoscimento della comunione spirituale e del cammino percorso insieme dalla Chiesa d’Inghilterra – di cui re Carlo è Governatore Supremo – e dalla Chiesa Cattolica Romana negli ultimi cinque secoli, da quando Enrico VIII provocò lo scisma che separò l’Inghilterra da Roma.

Pubblicato da
Giuseppe Novelli