“Circus Don Chisciotte” in scena all’Eliseo con Ruggero Cappuccio

4 aprile 2018

È un Don Chisciotte contemporaneo Michele Cervante, il personaggio interpretato da Ruggero Cappuccio nello spettacolo da lui scritto e diretto “Circus Don Chisciotte”, in scena al teatro Eliseo fino al 22 aprile. Ambientato a Napoli ai giorni nostri, racconta la storia di un vagabondo colto che lotta contro la disumanizzazione del mondo. “Michele Cervante è un ex professore universitario in pensione, ha rinunciato al suo stipendio, alla sua carriera, alla sua pensione, è completamente uscito da quelli che erano gli schemi sociali di un accademico. È una persona che cerca una latitudine, un punto di vista su quello che sta accadendo nel mondo, diverso dal punto di vista che si può assumere da posizioni tradizionali. È evidente che tutti noi stiamo vivendo un terribile processo di dipendenza da una serie di strutture, di meccanismi, di rituali, di tecnologie, che obiettivamente lasciano pochissimo spazio all’essenza”.

Cervante in una delle sue peregrinazioni notturne lungo il binario morto di una stazione ferroviaria abbandonata si imbatte in Salvo Panza, un girovago nullatenente interpretato da Giovanni Esposito: “Ovviamente lui ha un germe di curiosità che lo spinge a capire quest’uomo, questa fantasia immensa con cui parla e questa poesia immensa con cui parla che cosa è, se può essere utile anche a lui. Diciamo che entra ed esce dal credere alle cose che dice fino a farsi portare totalmente, mantenendo sempre una lucidità, ma la lucidità pure è cambiata perché preferisce stare in questo alveo di poesia e di stranezza”. Sul quel binario morto i due incontrano singolari viaggiatori: due ex ristoratori interpretati da Ciro Damiano e Gea Martire, un prestigiatore di provincia impersonato da Giulio Cancelli e una principessa siciliana, Marina Sorrenti. “Insieme – dice Cappuccui – pensano ad un progetto di rivoluzione, questo progetto dovrà coinvolgere Philip Roth, Luis Sepulveda, Daniel Pennac, Amos Oz e molti altri. Come vogliono coinvolgerli e perché forse non è il caso di svelarlo ed è importante che chi lo vuole sapere venga all’Eliseo a vedere lo spettacolo”.

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