Il cittadino paga, le banche e la politica incassano. Ecco l’istituto di credito

Il cittadino paga, le banche e la politica incassano. Ecco l’istituto di credito
11 dicembre 2015

Ma le banche fanno ancora le banche? A volte sembra, grazie alla normativa europea sul sistema creditizio, che le banche non operano più a sostegno dell’economia reale ma ‘giocano’ coi denari dei risparmiatori su quei mercati virtuali che la finanza creativa ha introdotto ormai da oltre vent’anni, se non di più, creando tutte quelle distorsioni al sistema. Oggi, difatti, qualsiasi piccolo o medio imprenditore suda le famose sette camicie solo per ottenere del credito per avere un po’ di elasticità di cassa. Ed anche il direttore di agenzia, che conosce il territorio e la clientela, non ha più il potere di gestire i rapporti coi propri correntisti. Difatti, nella maggior parte degli istituti bancari, vi sono meccanismi informatici che non permettono più nessuna elasticità. Anzi a volte è proprio umiliante anche per un impiegato di banca chiamare il proprio correntista, che conosce da decenni e sa che può avere dei piccoli momenti di affanno, perché sfora di poche decine di euro in conto corrente e se non versa immediatamente l’importo dell’eccedenza la bolletta della luce torna indietro non pagata perché il sistema la rigetta a chiusura di giornata. Di contro, si assiste ai grandi ‘buchi’ nei bilanci delle banche per gli investimenti sbagliati (prodotti come i futures e i derivati) che producono voragini di centinaia di milioni di euro e che comunque sono stati autorizzati dai consigli d’amministrazione e dai direttori generali degli stessi istituti di credito. Tanto, a questi ultimi, vengono corrisposti ugualmente i compensi a volte anche stratosferici. E a pagare, come sempre, sono i cittadini.

Il sistema bancario europeo in pratica sembra sia stato creato solo per sostenere i grandi gruppi o le multinazionali a scapito dei piccoli e medi clienti. Per non parlare poi dei tassi o di tutte quelle voci aggiuntive praticate alla clientela ogni chiusura trimestrale. Basta vedere nell’estratto conto le commissioni e tutte quelle voci che ci si accorge della montagna di denaro che incassa la banca. Se poi si guarda alle carte di credito revolving, autorizzate sempre dal sistema bancario, il tasso applicato va dal 17% al 22% annuo ma con cadenza mensile. Parliamo di tasso usuraio?Altro capitolo sonole società di cartolarizzazione, sia dei crediti in sofferenza che in bonus, che grazie a delicati e sofisticati sistemi finanziari riescono a moltiplicare l’importo originario creando quei mostri di economia virtuale che generano liquidità. Qualche anno fa, dopo la crisi generata dai mutui subprime, alcuni analisti stimarono che l’economia virtuale era 100 volte più di quella reale e questa situazione non era più sostenibile a livello di sistema finanziario mondiale. Ma passato lo spavento dei primi periodi sembra che il mondo economico abbia continuato a ‘galoppare’ su quei sistemi finanziari. Da questo scenario si suppone che emerge la poca liquidità delle banche, nonostante i depositi siano cresciuti, che poi si ripercuote sulla gestione quotidiana con la clientela. E il mondo politico sta a guardare, anzi – consapevolmente o inconsapevolmente – agevola tutto ciò. E a morire sono i cittadini che vedono di colpo perdere una vita di risparmi. M. R. D. 

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