Cnr scopre nuova forma ghiaccio e apre scenari in energie pulite

Cnr scopre nuova forma ghiaccio e apre scenari in energie pulite
7 novembre 2016

Apparentemente è identico alla neve, ma la sua struttura molecolare è diversa. Si tratta di una nuova forma di ghiaccio, chiamata ‘ghiaccio XVII’, svelata da un team di ricercatori del Cnr e che apre così nuovi scenari per applicazioni nel settore delle energie pulite. A scoprire il ‘ghiaccio XVII’ è uno studio condotto dall’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (Isc-Cnr) di Firenze e pubblicato sulla rivista Nature Communications. “Sono note almeno 16 forme di ghiaccio, con diverse strutture cristalline, che si ottengono cambiando pressione e temperatura. Tutte, tranne il ghiaccio ordinario, si formano ad alta pressione” spiega Lorenzo Ulivi, ricercatore Isc-Cnr e tra gli autori dello studio. “La differenza tra queste forme -continua il ricercatore- sta nella struttura microscopica, cioè nella disposizione delle molecole di acqua, più precisamente, nella disposizione degli atomi di ossigeno delle molecole, che formano in ogni caso una struttura geometrica ordinata e periodica, il cosiddetto reticolo cristallino, come accade in tutti i cristalli”.

Il ghiaccio XVII, come tutti gli altri, è composto solo da acqua, ma per ottenerlo occorre idrogeno ad alta pressione, dopodiché è stabile a pressione ambiente e a bassa temperatura, cioè al di sotto di 120 K (-153°C). La nuova forma di ghiaccio presenta inoltre una caratteristica che i ricercatori pensano sarà utile per applicazioni nel campo dell’energia pulita. “Ha infatti una struttura diversa da quella di tutti gli altri, è molto poroso e quindi può assorbire e desorbire gas anche a bassa pressione, senza cambiare la sua struttura” precisa il ricercatore dell’Isc-Cnr. “La prima applicazione a cui abbiamo pensato è quindi l’immagazzinamento dell’idrogeno per applicazioni energetiche” indica Ulivi. “Questo ghiaccio -sottolinea Ulivi- può accumulare e restituire ripetutamente l’idrogeno e ne può contenere fino al 50% in proporzione all’acqua – una molecola di idrogeno ogni due di acqua – che corrisponde a più del 5% in peso”. “Abbiamo inoltre osservato che il ghiaccio XVII assorbe con analoga facilità anche azoto e altri gas, caratteristica promettente per applicazioni nel campo della separazione industriale di gas” riferisce infine il ricercatore Isc-Cnr.

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