Commissione esplorativa Italicum, minoranza Pd indica Cuperlo. Ora nodo è su metodo

Commissione esplorativa Italicum, minoranza Pd indica Cuperlo. Ora nodo è su metodo
12 ottobre 2016

Sarà Gianni Cuperlo il rappresentante della minoranza nella commissione esplorativa del Pd che dovrà verificare le condizioni per le possibili modifiche all’Italicum. Ma se così si compone il ‘board’ Dem, (oltre a Cuperlo, il vice segretario Guerini, il presidente Orfini e i capigruppo Zanda e Rosato) resta il nodo di come procederà l’organismo proposto da Matteo Renzi. Senza contare che un pezzo della minoranza Pd, quello che fa capo a Pierluigi Bersani, continua a ribadire lo “scetticismo” sulla reale volontà del segretario di arrivare a qualcosa di concreto. “Scetticismo” che rafforza un altro esponente della minoranza, Davide Zoggia: “I presupposti non sono buoni. In Italia quando non si vuole fare una cosa, si fa una una commissione”, e quindi sul risultato “se devo essere sincero sono molto molto scettico”. Parole cui Cuperlo risponde così: “Dopo questi anni la cautela è del tutto ragionevole”, ma la commissione esplorativa “è un tentativo serio, e parteciperemo con questo spirito”. Ma se da un lato garantisce sulla serietà della partecipazione da parte della minoranza, Cuperlo insiste sulla richiesta alla leadership del partito: “Serve un impegno pieno del Pd, a cominciare dal suo segretario, a costruire una proposta che poi va sottoposta alle altre forze politiche”. Certo, “non mi immagino una nuova legge elettorale prima del referendum, ma sull’Italicum il governo mise addirittura la fiducia: serve un analogo investimento in termini di volontà politica per mettere in campo una proposta del Pd”. Che anche se non ha i numeri per approvare da solo una nuova legge “è comunque il partito che esprime oltre 400 parlamentari”.

Dunque due paletti: iniziativa forte del Pd, e proposta Dem da mettere in campo in tempi brevi. Ma dalla maggioranza del partito la vedono in maniera del tutto diversa. E per contestare il metodo ipotizzato dalla minoranza, si rifanno alla fonte istitutiva della commissione, ovvero “la relazione del segretario approvata all’unanimità dalla Direzione”. In quella relazione, sottolineano fonti del Nazareno, in primo luogo “il governo non c’entra nulla”. E soprattutto “il compito della commissione è di sondare gli altri partiti, raccoglierne le indicazioni, e solo dopo formalizzare una proposta del Pd”. Che questo accada prima del referendum, “dipenderà dal clima che si creerà”. Di sicuro, spiega un autorevole esponente Pd, “il modo migliore per far fallire questo tentativo è avanzare subito una proposta del Pd, che sarebbe impallinata da tutti gli altri gruppi”. Anche sui contenuti della “esplorazione”, dal Nazareno rimandano alla relazione di Renzi: “I punti dell’apertura sono tre: il ballottaggio, il premio alla coalizione anzichè alla lista, i capilista bloccati”. Ergo, si emenda l’Italicum “che è la legge vigente, non ci si inventa altri modelli”. Tutti vincoli che confliggono con le aspettative della minoranza. “Il segretario ha preso un impegno di fronte alla Direzione e in streaming, se poi non si fidano e vogliono rompere… Non possiamo inseguirli per sempre”, dicono dal Nazareno. Anche perchè “fanno più danni al Pd così che non rompendo e schierandosi apertamente per il no”.

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