Economia

Competitività prima del Green Deal: l’Unione Europea cambia marcia

I leader dei Ventisette, riuniti a Bruxelles nel vertice del Consiglio europeo del 24 ottobre 2025, hanno approvato all’unanimità un documento storico che segna una svolta netta nella politica climatica ed economica dell’Unione. Pur ribadendo l’impegno verso la neutralità climatica al 2050, i capi di Stato e di governo chiedono una revisione urgente dei percorsi intermedi — in particolare l’obiettivo del 2040 — e un’accelerazione della deregolamentazione per alleggerire le imprese, soprattutto le Pmi, da oneri burocratici ritenuti ormai insostenibili. Il messaggio è chiaro: la transizione ecologica non può più avvenire a scapito della competitività industriale europea.

Il testo delle conclusioni, adottato senza modifiche, rappresenta un netto cambio di passo rispetto all’agenda Green Deal lanciata dalla stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo primo mandato. Oggi, la sua seconda Commissione è chiamata a rivedere in profondità le proposte legislative già avanzate, con l’invito esplicito a “valutare il ritiro delle proposte, ove opportuno”. Una frase che, pur evitando la parola “deregolamentazione”, ne incarna lo spirito. “Sono stati fatti passi avanti, conforta molto il testo della lettera di von der Leyen e speriamo che ci sia un cambio di passo”, commentano fonti italiane a margine del vertice.

Le richieste del Consiglio sono precise e articolate. In primo luogo, viene chiesto di accelerare i “pacchetti Omnibus” di semplificazione già in cantiere — su rendicontazione sostenibile, dovere di diligenza, agricoltura, digitalizzazione e prodotti chimici — con l’obiettivo di concluderli entro l’inizio del 2026. Ma non basta: Bruxelles dovrà presentare nuove iniziative ambiziose in settori chiave come automobili, servizi finanziari, trasporti, energia, sicurezza alimentare e difesa. Particolare attenzione viene riservata al regolamento REACH, la normativa sui prodotti chimici, da riformare per rafforzare la competitività del settore.

“Stop agli oneri insostenibili per le imprese”

Il Consiglio europeo ribadisce con forza la necessità di evitare “un’eccessiva regolamentazione”, soprattutto a carico delle piccole e medie imprese, e invita a semplificare le procedure di autorizzazione nazionali, gli atti delegati e di esecuzione. Viene inoltre chiesto di riconsiderare il quadro normativo bancario nel contesto della valutazione del mercato unico prevista per il 2026. L’obiettivo è chiaro: rendere l’Europa un terreno fertile per l’industria, non un labirinto burocratico.

Parallelamente, la transizione verde viene ridefinita come “competitiva, pragmatica, economicamente vantaggiosa e socialmente equilibrata”. I leader sottolineano che la trasformazione ecologica deve tenere conto delle “diverse circostanze nazionali” e offrire soluzioni accessibili a tutti i settori economici. In particolare, viene chiesto di proteggere industrie ad alta intensità energetica — acciaio, chimica, cemento, vetro, ceramica, carta — e settori strategici come automotive, navale e aeronautico, minacciati dalla concorrenza globale e dai costi energetici.

Il Consiglio accoglie con favore la proposta della Commissione di anticipare la revisione degli obiettivi CO₂ per auto e furgoni al 2035, chiedendo che la nuova normativa rispetti il principio di “neutralità tecnologica” — un chiaro segnale di apertura verso soluzioni alternative all’elettrico puro, come i carburanti sintetici. Viene inoltre apprezzata l’iniziativa di proteggere l’industria siderurgica europea dalla sovraccapacità globale, fenomeno che sta mettendo a dura prova la resilienza del settore.

Clausola di revisione per l’obiettivo 2040

Uno dei passaggi più significativi riguarda l’obiettivo climatico intermedio del 2040, per il quale la Commissione ha proposto una riduzione del 90% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990. Il Consiglio non lo respinge, ma ne chiede una ridefinizione flessibile, basata su tre pilastri: il ruolo dei “pozzi di assorbimento” del carbonio (foreste, suoli, tecnologie di cattura), l’utilizzo di crediti internazionali di alta qualità — con una soglia potenzialmente innalzata dal 3% al 5% — e, soprattutto, l’introduzione di una clausola di revisione entro il 2029-2030.

Questa clausola permetterà di valutare l’impatto reale delle politiche climatiche sulla competitività europea, sugli sviluppi tecnologici e sul contesto geopolitico globale, introducendo eventuali aggiustamenti. È un meccanismo di “sicurezza” che riflette la crescente preoccupazione dei governi nazionali per il rischio di deindustrializzazione. Il Consiglio chiede alla Commissione di definire le “condizioni abilitanti” necessarie a sostenere cittadini e imprese in questo percorso, sulla base della recente lettera di von der Leyen su clima e competitività.

Infine, il vertice ha affrontato il tema del nuovo sistema ETS2, destinato a tassare i carburanti per trasporti e riscaldamento domestico a partire dal 2027. Molti Stati membri, tra cui Italia e Polonia, chiedono di ritardarne l’entrata in vigore. Il Consiglio “prende atto” dell’intenzione della Commissione di proporre misure per facilitarne l’applicazione e la invita a rivederne il quadro di attuazione, aprendo la strada a possibili modifiche sostanziali.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri