Cronaca

Concistoro, poca Europa e molto Mondo: Papa impone berretta cardinalizia a nuovi cardinali

Il collegio cardinalizio ha rinnovato la pelle seguendo il filo rosso di papa Bergoglio: pochi principi e tanti pastori, poca Europa e molto Mondo. E così Francesco ha imposto la berretta porpora e donato l’anello cardinalizio ai nuovi cardinali nel Concistoro a San Pietro. Uno per uno, i 16 nuovi porporati (tranne uno, arcivescovo emerito ultraottantenne del Lesotho, non è riuscito a venire a Roma) sono saliti all’altare di San Pietro, inchinandosi e poi inginocchiandosi davanti al Papa, che, leggendo la formula di rito, ha poi compiuto il gesto con il quale ha “creato” i nuovi membri del collegio cardinalizio. All’anziano albanese Arnest Simoni, vittima delle persecuzioni de regime comunista, Francesco ha baciato le mani. “La nostra meta e aspirazione e’ cercare nella pianura della vita, insieme al Popolo di Dio, di trasformarci in persone capaci di perdono e di riconciliazione”, ha ricordato ai porporati Papa Francesco nell’omelia. “Caro fratello neo Cardinale, il cammino verso il cielo inizia nella pianura, nella quotidianita’ della vita spezzata e condivisa, di una vita spesa e donata – ha detto Bergolgio -. Nel dono quotidiano e silenzioso di cio’ che siamo. La nostra vetta e’ questa qualita’ dell’amore”.

“Caro fratello – ha ripetuto rivolto a ciascuno dei 16 nuovi cardinali prima di consegnare loro la berretta – oggi ti si chiede di custodire nel tuo cuore e in quello della Chiesa questo invito ad essere misericordioso come il Padre, sapendo che se c’e’ qualcosa che deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza e’ che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesu’ Cristo, senza una comunita’ di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita’”. E così la geopolitica delle periferie di Papa Francesco bussa anche alla porta del Conclave. Quindi, oggi, alla vigilia della chiusura del Giubileo straordinario della Misericordia, ci sono oltre a quattro nuovi presuli ultraottantenni, 13 nuovi votanti: 3 europei, 2 africani, un asiatico, uno dell’Oceania e 6 americani tra cui 3 statunitensi. Considerati i quattro presuli che compiranno 80 anni (Jaime Lucas Ortega y Alamino, Nicolas de Jesús López Rodríguez, Théodore-Adrien Sarr e Ennio Antonelli), e che dunque non potranno più votare, dal 31 dicembre la composizione del collegio cardinalizio sarà di 211 membri, dei quali 107 elettori e 104 non elettori.

Vestiti per la prima volta dei costosi abiti color porpora (ognuno di loro in questi giorni ha dovuto spendere circa 3 mila euro oppure ricorrere a vesti usate di qualche cardinale defunto, come fece nel 2001 Bergoglio) i 16 nuovi cardinali hanno fatto ingresso in San Pietro, un po’ impacciati e senza applausi (cosi’ ha chiesto lo speaker) secondo l’ordine di precedenza stabilito per loro da Papa Francesco: ha aperto la fila Mario Zenari il nunzio in Siria che gia’ la prossima settimana tornera’ a Damasco nella nunziatura dove il Pontefice ha stabilito che dovra’ restare anche dopo l’elevazione. E’ iniziato cosi’ il “Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 17 nuovi Cardinali, per l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia”. Ma i neo porporati come detto, sono 16: manca uno degli ultrottantenni. “L’oblato di Maria Sebastian Kopto Khoarai e’ rimasto in Lesotho a causa delle non buone condizioni di salute, ricevera’ la porpora dal nunzio apostolico Wells”, ha spiegato il portavoce della Santa Sede, Greg Burke. I “cardinali” – ricordiamo – che prendono il loro nome dal “cardo”, il cardine, attorno a cui ruota la Chiesa, e che vestono di rosso a simboleggiare la loro disposizione a seguire la fede cattolica fino all’effusione del sangue, sono i principali collaboratori di un Pontefice, nonché coloro che, al momento debito, eleggeranno il suo successore. I nuovi cardinali hanno poi baciato e abbracciato gli altri cardinali che hanno assistito al Concistoro. Al termini dell’Assemblea, il Papa è andato a fare visita al Papa emerito Benedetto XVI, in compagnia dei 16 nuovi cardinali ha cui ha imposto la berretta cardinalizia. Lasciata la basilica vaticana, Jorge Mario Bergoglio e i porporati, si sono recati al monastero Mater Ecclesiae, dentro il Vaticano, dove vive Joseph Ratzinger da quanto ha rinunciato al pontificato, a bordo di un pulmino. Il Papa e il suo predecessore si sono abbracciati, poi Benedetto XVI ha salutato uno per uno i nuovi cardinali, e infine, dopo un momento di preghiera nella cappella del monastero, accanto al Pontefice regnante, Benedetto XVI ha benedetto i cardinali.

Tra i nuovi elettori spicca monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria che il Pontefice ha deciso comunque di far rimanere a Damasco.”Questa porpora va alla Siria, alle vittime della Siria, a tutti coloro che soffrono per questo terribile conflitto. Quindi la porpora è per questa gente, per i tanti bambini che soffrono, per tanta povera gente che paga le conseguenze di questo terribile conflitto”, ha detto ieri alla Radio Vaticana. Ma viene anche rappresentata la Repubblica Centrafricana, da dove Bergoglio il 29 novembre scorso ha anticipato l’apertura del Giubileo, il Bangladesh (che ha annunciato visiterà il prossimo anno), l’Isola Mauritius e la Papua Nuova Guinea. Gli italiani, per il momento, restano il gruppo più numeroso del futuro conclave, con 25 elettori. Non sono arrivate le nomine più sussurrate, come quella del regista del Giubileo, monsignor Rino Fisichella, prefetto del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione, o quello dell’arcivescovo di Venezia, monsignor Francesco Moraglia. Ma neanche quella del sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, e del prefetto della Casa Pontificia, assistente personale di Ratzinger, Georg Ganswein. Niente Curia, dunque, o quasi. L’unico che ha  ricevuto la berretta porpora è stato monsignor Kevin Joseph Farrell, irlandese ex vescovo di Dallas, negli Stati Uniti, recentemente nominato dal Papa alla guida del nuovo Dicastero per laici, famiglia e vita. Tra i non elettori notevoli c’è don Ernest Simoni, sacerdote albanese sopravvissuto alle persecuzioni dalla dittatura comunista, nel gruppo dei non votanti. Quando il Papa lo incontrò nella visita a Tirana del 2014, ascoltò la sua testimonianza drammatica commosso fino alle lacrime. Condannato a morte, don Simoni fu costretto ai lavori forzati per 25 anni, ma esercitò celebrò clandestinamente fino alla caduta del regime nel 1990.

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