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Confine in fiamme: mediazione malese tra Thailandia e Cambogia, occhi puntati sul vertice di Kuala Lumpur

Hun Manet e Phumtham Wechayachai

Il premier cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Phumtham Wechayachai si incontreranno domani a Kuala Lumpur per tentare di porre fine alle tensioni armate scoppiate al confine tra i due Paesi. L’iniziativa diplomatica, mediata dalla Malesia e sostenuta dagli Stati Uniti, mira a raggiungere un cessate il fuoco, mentre i combattimenti lungo la frontiera continuano a minacciare la stabilità regionale.

Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri malese Mohamad Hasan, entrambi i governi hanno espresso fiducia nella mediazione della Malesia, chiedendo che nessun altro Stato intervenga direttamente nella crisi. “Ho avuto l’opportunità di parlare con i ministri degli Esteri di Thailandia e Cambogia. Entrambi hanno concordato sul fatto che nessun altro Paese dovrebbe essere coinvolto in questa questione. Hanno piena fiducia nella Malesia e mi hanno chiesto di fungere da mediatore”, ha spiegato Hasan.

La conferma dell’incontro è arrivata anche dal ministero degli Esteri thailandese, che però non ha fornito ulteriori dettagli. Nel frattempo, in occasione di una conferenza stampa in Scozia, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sottolineato il ruolo di pressione che Washington sta esercitando sulla regione: “Ho chiamato i premier di entrambi i Paesi e gli ho detto che non faremo accordi sul commercio se non smetteranno la guerra. E penso che ora vogliano regolare la questione”.

Trump ha precisato che il segretario di Stato Marco Rubio sta seguendo da vicino l’evoluzione della crisi, offrendo la mediazione americana per raggiungere un cessate il fuoco. La portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ha ribadito che “gli Stati Uniti sono pronti a facilitare i colloqui futuri per garantire la pace e la stabilità tra Thailandia e Cambogia”.

Nonostante la volontà dei governi di avviare negoziati, nelle ultime ore sono ripresi gli scontri nella zona di confine. Fonti governative locali della provincia thailandese di Surin hanno denunciato un attacco missilistico nei pressi del tempio di Ta Krabey, al quale le forze di Bangkok hanno risposto con un bombardamento di artiglieria. Il ministero della Difesa cambogiano ha accusato la Thailandia di aver utilizzato “artiglieria, droni e aerei” contro diverse località cambogiane, tra cui Phnum Khmaeng, An Ses e Preah Vihear, causando gravi danni a infrastrutture e vie di comunicazione.

Al momento non sono state segnalate vittime, ma la situazione resta altamente instabile in attesa del vertice di domani, da cui la comunità internazionale si attende passi concreti verso una de-escalation del conflitto.

Pubblicato da
Enzo Marino