Conflitto libico, l’Europa si sveglia e avverte la Turchia: “Stop alle interferenze esterne”

Conflitto libico, l’Europa si sveglia e avverte la Turchia: “Stop alle interferenze esterne”
Josep Borrell
7 gennaio 2020

Cessate il fuoco immediato, stop all’escalation militare e fine delle interferenze esterne in Libia, in particolare da parte della Turchia. L’Unione europea prende posizione sul conflitto libico e invia un messaggio ad Ankara: “Abbiamo chiesto un cessate il fuoco, uno stop all’escalation e alle interferenze esterne, la decisione turca di intervenire con truppe in Libia aumenta le nostre preoccupazioni”, dice l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, al termine del mini-vertice dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna sulla Libia. “E’ chiaro per chi vuole capire, che quando parlo di aumento di interferenze esterne mi riferisco alle interferenze della Turchia”, ripete Borrell, dopo aver firmato assieme ai capi delle diplomazie di Roma, Londra, Parigi e Berlino un comunicato congiunto in cui si dice che “le interferenze esterne nella crisi in Libia rischiano di essere contrarie agli interessi europei” e chiede a tutti i membri della comunita’ internazionale di rispettare l’embargo sulle armi decretato dall’Onu.

“La continuazione delle interferenze esterne sta alimentando la crisi”, si legge nella dichiarazione congiunta. “Piu’ le parti in guerra libiche si affidano a assistenza militare straniera, piu’ danno a attori esterni influenza ingiustificata sulle decisioni sovrane libiche a detrimento degli interessi nazionali del paese e della stabilita’ regionale”, hanno detto Borrell e i quattro ministri. L’Ue ha anche sottolineato “la necessita’ di evitare azioni unilaterali come firmare accordi che esacerbano ulteriormente il conflitto o azioni che creano un pretesto per interferenze esterne che sono contrarie agli interessi del popolo libico, cosi’ come agli interessi europei”. La richiesta della Ue di cessazione immediata delle ostilita’ in Libia, oltre che per ragioni umanitarie, e’ legata anche al rischio di frammentazione del Paese nordafricano. “L’Unione Europea e’ della ferma convinzione che non c’e’ soluzione militare alla crisi libica e che un conflitto protratto non fara’ altro che portare ulteriore miseria ai cittadini ordinari, esacerbare le divisioni, aumentare il rischio di partizione, diffondere l’instabilita’ nella regione e aggravare la minaccia di terrorismo. Una cessazione immediata delle ostilita’ e’ quindi cruciale”, si legge nel dichiarazione congiunta.

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Anche per questo, annuncia Borrell, Bruxelles intende attivare tutti i canali diplomatici ed e’ pronta a sedersi al tavolo con tutti gli attori coinvolti, compreso il generale Haftar. “Dobbiamo parlare con tutti gli attori rilevanti – dice Borrell – di certo dobbiamo parlare con Sarraj e di certo dobbiamo parlare con il maresciallo Haftar. Spero che nei prossimi giorni saremo in grado di avere i contatti che non sono stati possibili avere oggi in Libia. Il lavoro non finisce oggi. Continueremo a essere in contatto con tutti gli attori libici”. Luigi Di Maio parla di “cambio di passo” della Ue e aggiunge che “che il rischio per l’Europa sta anche nel pericolo di terrorismo oltre che per i fenomeni migratori”. “Abbiamo chiesto che l’Europa da domani prenda iniziative importanti sulla Libia. Bisogna parlare con tutti gli interlocutori, convincerli al cessate il fuoco”, ha spiegato il titolare della Farnesina. “C’e’ una guerra per procura. Bisogna cessare tutte le interferenze perche’ ci sono paesi che interferiscono con quella guerra civile facendola diventare una cosiddetta ‘proxy war’. Il nostro lavoro da domani come Ue sara’ coeso. L’Ue parlera’ e deve parlare con una sola voce”, ha concluso.

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