C’è l’accordo su aiuti all’Ucraina, due clausole per l’ok di Orban

C’è l’accordo su aiuti all’Ucraina, due clausole per l’ok di Orban
1 febbraio 2024

Accordo all’unanimità a Bruxelles sugli aiuti aggiuntivi per l’Ucraina, 50 miliardi di euro in più; una notizia che ha aperto il summit straordinario dell’Unione europea. L’accordo è contenuto nella revisione del bilancio pluriennale dell’Ue fino al 2027 e sono state inserite due clausole per ottenere il consenso dell’Ungheria di Viktor Orban che si era opposta strenuamente. Con la prima il Consiglio Ue si impegna a una discussione annuale sull’attuazione del pacchetto di sostegno per Kiev. La seconda bloccherebbe i finanziamenti per certi programmi se Kiev non rispettarà le condizioni per una buona gestione dei fondi Ue.

Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, “questi 50 miliardi di euro su 4 anni mandano anche un messaggio forte a Vladimir Putin alla vigilia del secondo anniversario della sua brutale invasione dell’Ucraina”. Con la decisione di oggi l’Europa manda un messaggio attraverso l’Atlantico e in tutto il mondo. Esulta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E Viktor Orban? Da parte sua, sui social ha dato la sua versione dell’accordo, in un video in cui Giorgia Meloni appare in evidenza. L’Ungheria, ha detto, ha negoziato un “meccanismo di controllo” che “garantisce l’uso ragionevole dei fondi”. “Abbiamo la garanzia che i soldi dell’Ungheria non potranno finire in Ucraina”, ha assicurato.

Dunque, tutti i 27 leader dei Paesi Ue riuniti a Bruxelles hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo 50 miliardi di euro per l`Ucraina all`interno del bilancio dell`Ue. “Ciò garantisce finanziamenti costanti, a lungo termine e prevedibili per l’Ucraina. L`Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità nel sostenere l`Ucraina; sappiamo qual è la posta in gioco”, ha commentato su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il summit straordinario si è così aperto con l’importante intesa sugli aiuti a Kiev.

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Prima del Consiglio – cominciato in ritardo di oltre un’ora – si era tenuto un incontro tra Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier ungherese Viktor Orban per convincere quest’ultimo a dare il via libera all’intesa sul bilancio Ue. Secondo fonti del Consiglio europeo, l’accordo sull’aiuto macrofinanziario da 50 miliardi di euro per l’Ucraina, contenuto nella revisione del bilancio pluriennale.

I leader europei arrivano a Bruxelles 

 

In dettaglio, la prima clausola consisterebbe nell’accettazione da parte del Consiglio europeo, di una discussione annuale sull’attuazione del pacchetto di sostegno per l’Ucraina (come chiedeva Budapest), ma senza un nuovo voto di approvazione (come avrebbe voluto l’Ungheria). Inoltre, la Commissione sarebbe invitata a presentare entro due anni ai capi di Stato e di governo una nuova proposta di revisione del bilancio pluriennale, se necessaria, che presuppone invece un nuovo voto unanime da parte degli Stati membri. La seconda clausola riguarderebbe il meccanismo di condizionalità dello stato di diritto, un regolamento che blocca i finanziamenti per certi programmi comunitari quando non sono garantite, nel paese interessato, l’indipendenza della magistratura e altre condizioni necessarie ad assicurare la buona gestione dei fondi Ue.

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L’Ue trova accordo su 50 miliardi in più all’Ucraina

Il testo conterrebbe un richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020 in cui si sottolineava che “l’applicazione del meccanismo di condizionalità a norma del regolamento sarà obiettiva, equa, imparziale e basata sui fatti, garantendo l’equità dei procedimenti, la non discriminazione e la parità di trattamento degli Stati membri”.  Inoltre “le misure a norma del meccanismo dovranno essere proporzionate all’impatto delle violazioni dello Stato di diritto sulla sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione o sugli interessi finanziari dell’Unione e il nesso di causalità tra tali violazioni e le conseguenze negative per gli interessi finanziari dell’Unione dovrà essere sufficientemente diretto e debitamente accertato. La semplice constatazione di una violazione dello Stato di diritto non è sufficiente ad attivare il meccanismo”.

 

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