Consulta cancella divieto di fecondazione eterologa

Cade il divieto di fecondazione eterologa, una delle norme “simbolo” introdotte dalla legge 40. A deciderlo è stata la Corte Costituzionale che ha stabilito l’incostituzionalità della parte della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita in cui si vieta di ricorrere alla donazione di gameti (ovociti o spermatozoi) esterni alla coppia per concepire un figlio. Dunque è stato tolto l’ultimo “paletto” introdotto da una delle più discusse normative italiane. La Consulta aveva infatti già affrontato la questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi preimpianto e del numero di embrioni da impiantare nell’utero materno. E già una volta, nel maggio 2012, era stata chiamata ad esprimersi sulla legittimità costituzionale della fecondazione eterologa. In quell’occasione, però, i giudici decisero di restituire gli atti ai tribunali rimettenti, per valutare la questione alla luce della sopravvenuta sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla stessa tematica. Oggi la nuova decisione.

Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, “l’introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti”. In altri termini, per la Lorenzin, “ci sono alcuni aspetti estremamente delicati che non coinvolgono solamente la procedura medica ma anche problematiche più ampie, come ad esempio l’anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia, e il diritto a conoscere le proprie origini e la rete parentale più prossima (fratelli e sorelle) da parte dei nati con queste procedure”. Insomma, “sono questioni che non si può pensare di regolare con un atto di tipo amministrativo, ma necessitano una condivisione più ampia, di tipo parlamentare”. Alla luce delle motivazioni della Consulta – conclude il ministro – al più presto comunicheremo la ‘road map’ per l’attuazione della sentenza”.

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