Economia

Conte apre a fase 2, patto crescita e taglio cuneo. Parti sociali attendono al varco

Al terzo round di incontri a Palazzo Chigi la sintesi delle parti sociali e’ netta: bene l’impegno a confrontarsi ribadito dal Governo ma bisogna ora attendere che si passi dai grandi titoli, su cui non e’ difficile trovare punti di contatto, a proposte concrete da discutere con tutti gli elementi necessari per pesarne gli effetti. Il Governo e’ ancora cauto nel merito ma guarda avanti e preannuncia una ‘fase due’ per “realizzare un patto per la crescita e lo sviluppo sociale”, su quattro pilastri: “Tutela della sicurezza sociale, politiche attive del lavoro e formazione, un quadro fiscale e normativo favorevole alla competitivita’, sostegno agli investimenti privati e pubblici”.

Sono le parole con cui il premier Giuseppe Conte, a quanto si apprende, ieri ha aperto la lunga giornata di incontri con le parti sociali (otto diversi tavoli): “Dobbiamo intervenire a favore delle famiglie e della natalita’”, ha sottolineato, confermando che il primo obiettivo e’ “affrontare l’emergenza salariale”; “Intendiamo percio’ procedere con un significativo taglio del cuneo fiscale e contributivo”, e’ l’impegno che le parti sociali hanno ascoltato dal premier.

Con l’attenzione alle famiglie sottolineata dal vicepremier Luigi Di Maio: “Vogliamo dare grande attenzione al tema del lavoro femminile e ci sono diversi intervenenti che faremo nella prossima legge di bilancio. Stiamo lavorando per cercare di riconoscere alle imprese sgravi contributivi a favore delle donne”. Cosi’ il ministro Luigi Di Maio durante il tavolo con le parti sociali. “Sarebbe anche fondamentale – ha aggiunto – estendere lo Smart Working che andrebbe ad agevolare il lavoro da casa nei mesi dopo il parto. Inoltre, per le famiglie, penso anche al ‘Welfare Aziendale con asili nelle imprese”. Per vedere come queste linee si potranno tradurre in norme bisognera’ pero’ attendere “fine agosto, inizio settembre”: e’ la scadenza – riferiscono le parti sociali – indicata dal Governo per un prossimo incontro, piu’ nel merito.

“Non c’e’ ancora una legge finanziaria, si sono riservati di convocarci per avviare un ‘confronto vero’ “, dice il leader della Cgil Maurizio Landini. Ed il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, aggiunge: “riunione produttiva ma alla fine ho dovuto chiedere: bene, che facciamo? Ho detto che siamo disponibili a dare una mano nel momento in cui si faranno i provvedimenti”. La risposta? “Che adesso ci penseranno e che probabilmente ci telefoneranno”. Mentre il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, evidenzia l’impegno del Governo ad “avviare una fase che possa portare ad un patto per la crescita e lo sviluppo da concertare con le parti sociali. Puo’ essere sicuramente un fatto importante e positivo”. Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito la loro piattaforma unitaria, accelerando su alcuni punti “con qualche novita’”, come dice Barbagallo: e’ quella, in particolare, di insistere per una detassazione degli aumenti contrattuali per massimizzare l’effetto in busta paga della prossima tornata di rinnovi nel pubblico e nel privato.

Anche dal mondo delle imprese, a partire da Confindustria, e’ l’occasione per ribadire posizioni piu’ volte espresse. Il Governo ha toccato le corde piu’ sensibili per sindacati e imprenditori: patto per la crescita, taglio del cuneo fiscale, piena disponibilita’ a confrontarsi. Ogni giudizio delle parti e’ pero’ rinviato al “confronto vero”, quando sul tavolo ci saranno le possibili misure da mettere in campo. Tra i temi c’e’ il salario minimo, obiettivo del M5s: dal vicepremier Luigi Di Maio, riferiscono i sindacati, e’ stata ribadita la rassicurazione che un eventuale intervento, “che sara’ dentro la legge di stabilita’, non vuol dire mettere in discussione i contratti nazionali”, e’ anzi condivisa l’importanza di “rafforzarne il ruolo”.

Ma anche in questo caso, come sottolinea Landini, il problema “e’ come fanno a farlo. Valuteremo i testi”. Sullo sfondo il tema del confronto con il Governo ‘sdoppiato”, con l’incontro domani al Viminale da Matteo Salvini. Per Cisl e Uil e’ un dovere esserci: “Non possiamo chiedere un confronto per mesi e quando si ottiene evitarlo”, dice Barbagallo. E’ di qualche sfumatura diversa la posizione del leader della Cgil: “Come segretario, della Manovra parlo a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio, credo sia una cosa normale: la Legge di Stabilita’ e’ unica”.. Ma la Cgil sara’ comunque presente oggi al Viminale “perche’ quando un ministro convoca il sindacato e’ sempre andato”.

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