Politica

Conte invischiato: il decreto anti-fallimenti che tiene a galla la suocera

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, affronta un doppio fronte di battaglia: oltre alle tensioni interne al partito, emerge una bufera finanziaria che coinvolge la famiglia della compagna Olivia Paladino. Il gruppo che controlla il leggendario marchio Sorelle Fontana, icona del Made in Italy, è sommerso da perdite miliardarie accumulate dal 2020, evitate dal fallimento grazie a una norma anti-Covid firmata proprio dall’ex premier durante il lockdown.

L’inchiesta, pubblicata dal quotidiano online Open diretto da Franco Bechis, getta luce su una situazione drammatica. La società, acquisita nel 1992 dal suocero di Conte, ha chiuso gli ultimi cinque esercizi in rosso profondo. Nel 2020, il passivo ha raggiunto i 166.913 euro; nel 2021 è balzato a 328.567 euro; il 2022 ha visto un ulteriore calo di 114.709 euro; il 2023 ha registrato 232.070 euro di perdite; e per il 2024, l’ultimo bilancio disponibile segna altri 148.850 euro negativi.

Questi numeri non sono solo freddi conteggi: rivelano un patrimonio netto sempre più eroso, negativo anno dopo anno e in peggioramento progressivo. In condizioni normali, il codice civile imporrebbe alla società di convocare immediatamente l’assemblea dei soci per un versamento fresco di capitale, sotto pena di scioglimento. Ma qui entra in gioco il passato di Conte come capo del governo.

Il salvagente normativo firmato dall’ex premier

Il decreto-legge 23 del 2020, varato da Conte in piena emergenza pandemica, ha concesso un’agevolazione cruciale: l’articolo 6 sospende per cinque anni l’obbligo di ricapitalizzazione per le imprese in difficoltà, permettendo di evitare il tribunale e di rimandare i conti in rosso. Era il marzo 2020, l’Italia intera era paralizzata dal virus, e le attività economiche arrancavano. La misura, pensata per salvare migliaia di aziende dal collasso immediato, è stata prorogata per il 2021 e il 2022.

Grazie a questa deroga, il gruppo Paladino ha potuto tenere i libri in cassaforte, posticipando il confronto con i creditori. Ma l’efficacia della norma si è esaurita con il bilancio 2023: da quel momento, le perdite devono essere affrontate senza paracadute. Sorelle Fontana, che negli Anni Cinquanta vestiva dive hollywoodiane e first lady, simbolo di eleganza italiana esportata nel mondo, oggi lotta per non spegnere le luci.

Un’eredità familiare sotto i riflettori

La storia del marchio è intrecciata alla traiettoria personale di Conte. Acquistato dal padre di Olivia Paladino alla fine del secolo scorso, rappresenta un pezzo di storia del lusso tricolore. Eppure, l’effetto dei decreti governativi – proprio quelli che Conte ha promosso per arginare la crisi sanitaria – si è rivelato un’ancora di salvezza familiare. Open sottolinea come, senza quella proroga, l’assemblea avrebbe dovuto intervenire già da tempo, con soci chiamati a sborsare di tasca propria.

Ora, con le deroghe scadute, il futuro del gruppo è in bilico. Fonti vicine alla famiglia non commentano, ma il leader pentastellato – già alle prese con dissidi nel consiglio nazionale del M5S – deve gestire questa grana privata in un momento politico delicatissimo. La coincidenza tra la norma “salva-imprese” e i bilanci familiari solleva interrogativi: è solo un caso, o un intreccio che merita approfondimenti? Mentre Conte guida il Movimento verso le sfide elettorali, la crisi di Sorelle Fontana rammenta come le decisioni pubbliche possano riverberare sul privato. Per il Made in Italy, un altro campanello d’allarme in un settore già provato dalla pandemia e dalla concorrenza globale.

Pubblicato da
Redazione