Politica

Conte, su prescrizione resta norma in vigore dall’1 gennaio. Cdm approva riforma processo civile

Sulla prescrizione “la norma che sara’ in vigore dal 1 gennaio va mantenuta”. Il premier Giuseppe Conte, sembra non lasciare spazio a dubbi. “Noi vogliamo fare in modo che i processi si concludano con una decisione di merito, ovvero con una assoluzione o una condanna – aggiunge Conte al termine del Cdm-. Dobbiamo avere la garanzia di un tempo ragionevole per i processi. Per questo stiamo lavorando – le soluzioni tecniche sono tante – affinche’ ci sia la garanzia della ragionevole durata del processo, e ci arriveremo”. Intanto, il governo vara il nuovo processo civile. Meno norme e poche regole che valgono per tutti i gradi del processo e’ la filosofia della riforma che punta ad incidere sulla disciplina del contenzioso civile, nell’ottica della “semplificazione, della speditezza e della razionalizzazione delle procedure” salvaguardando allo stesso tempo il rispetto delle garanzie del contraddittorio. Fa sapere Palazzo Chigi.

Tra le novità più significative, la riduzione dei tempi del processo, attraverso la compressione dei termini per lo svolgimento delle varie fasi e l’obbligo, da parte del giudice, quando provvede sulle istanze istruttorie, di predisporre il calendario delle udienze nonché, per le parti, l’obbligo di deposito dei documenti e degli atti esclusivamente con modalità telematiche. Inoltre, a scopi deflattivi del contenzioso, si amplia il catalogo delle controversie nelle quali è obbligatorio il preventivo tentativo di risoluzione alternativa, che viene invece escluso, quale condizione di procedibilità, in alcuni settori nei quali non ha funzionato adeguatamente (responsabilità sanitaria; contratti finanziari, bancari e assicurativi). Si interviene anche per la semplificazione e la riduzione dei riti, “con la revisione della disciplina del processo di cognizione di primo grado nel rito monocratico e la riduzione del novero dei casi in cui la competenza è attribuita al tribunale in composizione collegiale. In coerenza con le nuove disposizioni, si dispone che anche il processo davanti al giudice di pace si svolga sul modello di quello davanti al tribunale in composizione monocratica, eliminando il tentativo obbligatorio di conciliazione”.

In tema di espropriazione immobiliare, “si introducono nuove norme che mirano da un lato a una maggior tutela del debitore, dall’altro alla riduzione dei tempi e dei costi, a vantaggio del creditore, con la previsione che il debitore possa essere autorizzato dal giudice a vendere direttamente il bene pignorato”. Infine, “particolare attenzione viene riservata dal testo al procedimento per lo scioglimento delle comunioni, che risulta oggi tra quelli con durata più elevata. Poiché lo strumento della mediazione si è rivelato in questa materia particolarmente efficace, si introduce uno speciale procedimento di mediazione, che dovrà essere condotto da un mediatore, avvocato o notaio, iscritto in uno speciale elenco e si prevede che, in caso di esito negativo della mediazione, la relazione finale redatta dal mediatore sia assunta come base per il successivo procedimento contenzioso”. “Il ddl delega sul processo civile e’ una riforma strutturale, che garantisce maggiore efficienza al processo civile” afferma Conte, confidando che il provvedimento servira’ a far scalare all’Italia la classifica internazionale sull’efficienza del sistema giudiziario.  Per Conte, la riforma del processo civile punta “ad una garanzia di maggior efficienza, e quindi di un clima piu’ favorevole agli investimenti e alla business community. L’obiettivo quindi e’ garantire un servizio della giustizia civile ancora piu’ efficiente e di attrarre piu’ investitori”.

Per il ministro della Giustizia “con la riforma il nostro codice di procedura civile avra’ meno norme, ci saranno poche regole che valgono per tutti i processi”. In pratica, per Alfonso Bonafede, si passa da tre riti o modello (giudice di pace, monocratrico ordinario, monocratico sommario) a un solo rito per tutti i processi e “decretiamo la morte dell’atto di citazione, c’e’ un solo atto introduttivo che vale per un solo rito”. In sostanza, per il Guardasigilli, “è la riforma che piu’ interessa i nostri cittadini per quanto riguarda la giustizia”. Previste anche sanzioni per chi fa cause temerarie. “Il fammi causa non deve essere piu’ una minaccia possibile – spiega Bonafede -. Chi fa una causa temeraria o chi resiste in una causa non solo paga il risarcimento ma deve pagare una sanzione a favore della cassa delle ammende perche’ ha creato un danno anche allo Stato”.

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