La carenza di alcuni medicinali in Europa non accenna a migliorare, rappresentando una preoccupazione crescente per la salute pubblica. Particolarmente critica è la situazione degli antibiotici e dei farmaci cardiovascolari, con i farmacisti che lanciano ripetutamente un allarme su questa emergenza. Secondo un sondaggio condotto dal Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union) tra il 20 novembre 2024 e il 24 gennaio 2025, coinvolgendo 28 Paesi, tra cui l’Italia, la carenza di medicinali è un fenomeno diffuso e complesso.
Le ragioni alla base delle carenze sono varie, ma il sondaggio del Pgeu ha identificato tre principali motivi:
Per affrontare questa crisi, nel 2024 un terzo dei Paesi europei ha introdotto nuove leggi che offrono maggiore flessibilità ai farmacisti. Queste misure includono:
Adeguamento di dosaggi e formulazioni: I farmacisti possono modificare i dosaggi per adattarli alle esigenze specifiche dei pazienti.
Preparazione di medicinali galenici: Preparare farmaci direttamente in farmacia, una pratica che può aiutare a coprire le carenze di prodotti industriali.
Sostituzione terapeutica: Autorizzare la sostituzione di un farmaco mancante con un altro della stessa classe terapeutica.
Nonostante questi provvedimenti, la situazione non è migliorata in modo significativo. Circa il 21% dei Paesi ha segnalato un numero inferiore di carenze, con meno di 200 o tra 200 e 400 farmaci mancanti, ma alla fine del 2024, ci sono stati più Paesi che hanno riportato un record di oltre mille carenze. La percezione comune tra i farmacisti è che, anche se il numero totale di carenze può essere leggermente diminuito, la risoluzione delle stesse richiede tempi più lunghi a causa della limitata disponibilità di soluzioni alternative.
La carenza di medicinali in Europa è un problema complesso che richiede un approccio coordinato a livello sia nazionale che continentale. La flessibilità concessa ai farmacisti è un passo avanti, ma evidentemente non sufficiente. È necessario un impegno maggiore per migliorare la resilienza delle supply chain farmaceutiche, incentivare la produzione locale di farmaci essenziali e sviluppare strategie di emergenza per affrontare picchi improvvisi nella domanda. Solo con un lavoro sinergico tra governi, aziende farmaceutiche e professionisti della salute si può sperare di alleviare questa crisi che mette a rischio il benessere dei cittadini europei.