Cronaca

Contratti pubblicitari con Moby: Beppe Grillo indagato a Milano

Il fondatore del M5S, Beppe Grillo, è indagato a Milano per traffico di influenze illecite. Accusa che riguarda una serie contratti pubblicitari sottoscritti tra il blog “Beppegrillo.it” e la compagnia marittima Moby che fa capo all’armatore Vincenzo Onorato. L’inchiesta è diretta dai pm Cristina Roveda sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Moby fu ammessa nel giugno 2020 alla procedura di concordato preventivo da parte del Tribunale di Milano: il suo fondatore, Vincenzo Onorato, e il figlio Achille sono indagati per bancarotta fraudolenti.

L’indagine che coinvolge Grillo si fonda anche sui risultati di una consulenza tecnica disposta dalla procura milanese nell’ambito della procedura di condordato di Moby. Sotto accusa è finito un accordo, del valore di 120 mila euro all’anno e di durata biennale, sottoscritto nel marzo 2028 e valido fino al marzo 2020: l’obiettivo, come emerge dalla consulenza tecnica, era far “acquisire visibilità, con finalità pubblicitarie” al gruppo Moby “sul blog presente sul sito beppegrillo.it nonché attraverso i canali redazionali social di Beppe Grillo srl, avvelendosi del loro supporto redazionale”. Sempre secondo il consulente della procura, l’importo complessivo versato dalla Moby a favore della Beppe Grillo Srl ammonterebbe a 200 mila euro. Sono in corso acquisizioni e sequestri da parte della Guardia di Finanza.

Anche l’armatore Vincenzo Onorato è indagato a Milano nell’inchiesta che ha travolto il confondare del M5S Beppe Grillo. Il patron dell’omonimo gruppo di navigazione è accusato traffico di influenze illecite, la stessa accusa contestata a Grillo. I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza stanno effettuando una serie acquisizioni e sequestri negli uffici della Beppe Grillo srl nella sede della Casaleggio&associati.

Pm: veicolò richieste di Onorato ai politici

Avrebbe “veicolato a esponenti politici” le richieste di interventi a favore di Moby fatte da Vincenzo Onorato “trasferendo quindi al privato richiedente le relative risposte”. E’ l’accusa contestata a Beppe Grillo dai pm di Milano nell’ambito dell’inchiesta che vede il cofondatore del M5s indagato per traffico di influenze illecite insieme al noto armatore. Secondo la ricostruzione dei magistrati milanesi, riferisce il procuratore Riccardo Tragetti in una nota, “la società Beppe Grillo srl, di cui Beppe Grillo è socio unico e legale rappresentante, ha percepito da Moby 120 mila euro annui negli anni 2018 e 2019” come “corrispettivo di un accordo di partnership” per “la diffusione sui canali virtuali di contenuti redazionali per il marchio Moby”.

Non solo: nei tre anni compresi tra il 2018 e il 2020, precisa ancora il procuratore Targetti, Moby anche sottoscritto un contratto con la Casaleggio&associati “che prevedeva il pagamento di 600 mila euro annui” come “corrispettivo per la stesura di un piano strategico e per l’attuazione di strategie per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholdres alla tematica della limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario”. Nel corso del triennio, sempre stando alla ricostruzione degli inquirenti milanesi, Vincenzo Onorato “ha richiesto a Beppe Grillo una serie di interventi in favore di Moby” che il cofondatore del M5S ha poi “veicolato a esponenti politici, trasferendo quindi al privato richiedente le relative risposte”. Da qui l’accusa di traffico di influenze illecite contestata a Grillo e al patron del gruppo Onorato.

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