Cronaca

Covid-19, Gimbe: più ricoveri in terapia intensiva

Continua la crescita dei contagi, che si avvicinano a quota 6mila. Diminuiscono leggermente invece i morti, che sono 59, di cui 15 in Lombardia. Aumenta la pressione ospedaliera sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, ma a ritmi più lenti rispetto a qualche giorni fa. In Italia il trend resta quindi in crescita, come evidenzia anche l’ultimo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe da cui emerge un +16,6% di nuovi casi e un +14,9% dei ricoveri. Così nella mappa dell’Ecdc diminuiscono le regioni in verde del nostro Paese e Liguria, Provincia di Trento, Umbria, Abruzzo e Puglia tornano in giallo.

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Sono 5.905 i nuovi positivi al Covid-19(ieri 5.188) e 59 i decessi (ieri 63). È quanto emerge dal bollettino odierno del ministero della Salute. Dall’inizio dell’epidemia, comprese guarite e decedute, sono 4.788.704 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2, mentre da febbraio 2020 il totale delle vittime è pari a 132.283. Sono in tutto 4.569.045 le persone guarite o dimesse, mentre quelle attualmente positive sono in tutto 87.376, pari a +2.089 rispetto a ieri (+840 il giorno prima). Compresi quelli molecolari e gli antigenici, sono stati 514.629 i tamponi totali effettuati, ovvero 202.682 in meno rispetto ai 717.311 di ieri. Il tasso di positività, ieri pari a 0,7%, sale all’1,1% (l’approssimazione di 1,14%). I pazienti in terapia intensiva sono 383, due in più rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri sono 36 (ieri 31). I posti letto occupati da ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.045, ovvero 16 in più rispetto a ieri.

 

“Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 27 ottobre-2 novembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (29.841 vs 25.585) e una sostanziale stabilità dei decessi (257 vs 249). In aumento anche i casi attualmente positivi (84.447 vs 75.046), le persone in isolamento domiciliare (81.070 vs 72.101), i ricoveri con sintomi (2.992 vs 2.604) e le terapie intensive (385 vs 341)”. Lo dichiara la Fondazione Gimbe nel consueto report settimanale. “In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni- prosegue la nota di Gimbe: i decessi sono stati 257 (+3,2%), di cui 15 riferiti a periodi precedenti; i posti in terapia intensiva sono +44 (+12,9%); i ricoverati con sintomi +388 (+14,9%); quelli in isolamento domiciliare +8.969 (+12,4%); i nuovi casi 29.841 (+16,6%) e i casi attualmente positivi +9.401 (+12,5%)”. “Nell’ultima settimana- dichiara nella nota Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE- si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali, seppure più contenuto rispetto alla precedente (+16,6%)”. La Fondazione spiega anche che “l’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento registrato nelle ultime due settimane sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 8,2%), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 4,3%).

In tutte le Regioni tranne Marche, Molise, Piemonte, Sicilia e Umbria si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi. 43 Province hanno un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Veneto tutte le Province superano tale soglia. La Provincia di Trieste, con 376 casi per 100.000 abitanti avverte la Fondazione- supera la soglia dei 150″.  ‘Sul fronte ospedaliero- afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE- si registra un incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +14,9% in area medica e +12,9% in terapia intensiva. In termini assoluti, il numero di pazienti COVID in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 2.992 del 2 novembre (+26%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 385 del 2 novembre (+14%). A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in terapia intensiva) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica’. ‘Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva- spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE- con una media mobile a 7 giorni di 26 ingressi/die rispetto ai 23 della settimana precedente’.

Rispetto ai vaccini e alle relative forniture, Gimbe segnala: “Al 3 novembre (aggiornamento ore 06.13) risultano consegnate 99.784.168 dosi: in assenza di nuove forniture per la terza settimana consecutiva si riducono le scorte di vaccini a mRNA, che si attestano a quota 9,9 milioni di dosi. ‘La necessità di accelerare la somministrazione delle terze dosi e la progressiva estensione della platea dei candidati alla dose booster- spiega Mosti- richiedono un numero consistente di dosi: per questo è fondamentale conoscere il piano delle forniture per i prossimi mesi, di cui al momento non esistono dati ufficiali”. Sul fronte delle somministrazioni, prosegue il report di Gimbe: “Al 3 novembre (aggiornamento ore 06.13) il 78,7% della popolazione (n.46.656.290) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+130.795 rispetto alla settimana precedente) e il 75,7% (n. 44.864.608) ha completato il ciclo vaccinale (+357.441). In calo del 5,1% nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.066.374), con una media mobile a 7 giorni di 134.604 dosi/die”. Calano i vaccinati: “Dopo aver sfiorato quota 440mila nella settimana 11-17 ottobre” Gimbe segnala “che il numero dei nuovi vaccinati nelle ultime due settimane è crollato prima a 239mila (-45,7%) e poi poco sopra 144mila (-39,6%).

Dei 144.258 nuovi vaccinati nella settimana 25-31 ottobre il 76,2% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa. Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano in particolare gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole”. Infine sulle coperture vaccinali: “Con almeno una dose di vaccino le coperture sono molto variabili nelle diverse fasce di età- spiega Gimbe- dal 97,1% degli over 80 al 73,5% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, gli incrementi sono sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,6% nella fascia anagrafica 12-19, dello 0,4% nelle fasce anagrafiche 20-29 e 30-39, dello 0,3% nella fascia 40-49, dello 0,2% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,1%”. Sulla terza dose, il report ricorda che “negli over60 l’efficacia del vaccino sulla malattia grave si conferma molto elevata, ma in lieve e progressiva diminuzione”.

“Indipendentemente dal livello degli anticorpi circolanti- commenta Cartabellotta- i dati confermano le indicazioni alla dose booster alle categorie a rischio identificate dal Ministero della Salute e la necessità di accelerarne la somministrazione”. Continua il report: “In particolare, la platea vaccinabile con la terza dose ad oggi è costituita da 883.460 persone per la dose aggiuntiva e da 5.131.130 persone per la dose booster, escluse quelle under 60 anni che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson, non ancora incluse negli Open Data sui vaccini anti-COVID-19. Al 3 novembre sono state somministrate 1.691.819 terze dosi di cui 277.975 dosi aggiuntive e 1.413.844 dosi booster, con una media giornaliera di 39 mila somministrazioni”. “Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 31,5% con nette differenze regionali: dall’1,8% della Valle D’Aosta al 99,1% della Toscana (figura 16). La copertura nazionale con dose booster è invece del 27,6% anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 10,2% della Calabria al 67,1% del Molise.

Sulla base della platea vaccinabile con dose booster restano ancora da somministrare, ad oggi, oltre 3,71 milioni di dosi alle quali si aggiungeranno progressivamente gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale nei mesi di maggio e giugno: in particolare entro fine anno saranno 7,4 milioni i candidati alla terza dose- avvisa Gimbe- pari a circa 800.000 somministrazioni settimanali. A questi vanno aggiunti circa 748 mila under 60 vaccinati con Johnson&Johnson entro fine giugno, per un totale di oltre 12 milioni di persone da coprire con la dose di richiamo”. “Anche se questi numeri potrebbero essere leggermente sovrastimati- conclude Cartabellotta- in quanto includono anche i vaccinati che nel frattempo hanno contratto l’infezione o sono deceduti, è indispensabile accelerare la somministrazione delle terze dosi, che implica una grande sforzo organizzativo. Infatti, per mantenere questo ritmo, con la chiusura di numerosi grandi hub vaccinali, accanto alla prenotazione volontaria, è fondamentale implementare strategie di chiamata attiva con il coinvolgimento di medici di famiglia e farmacie”, conclude il presidente di Gimbe. (Contributo Dire)

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