Coronavirus, i bimbi con diabete 1 risparmiati da infezione

Coronavirus, i bimbi con diabete 1 risparmiati da infezione
7 giugno 2020

I bambini con diabete mellito di tipo 1, autoimmune, sono risparmiati dall’infezione da CoVid-19 e qualora la prendessero la contraggono in forma non grave e senza complicanze respiratorie. E’ quanto emerge da uno studio realizzato dal Centro di diabetologia pediatrica ‘G. Stoppoloni’ dell’Azienda Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ ed esteso grazie alla collaborazione della Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP). Lo studio, condotto da Dario Iafusco, responsabile del Centro, e da Angela Zanfardino, è stato recentemente pubblicato sulle riviste scientifiche Journal of Pediatrics e Medicine Hypothesis.

In Campania sono circa 2mila le persone che soffrono di diabete di tipo 1, malattia che si sviluppa in età pediatrica o adolescenziale, di cui circa mille sono pazienti del Centro della Vanvitelli. La ricerca evidenzia che l’infezione da CoVid-19 sembra essere “insolita” nei minori con diabete di tipo 1 sebbene siano “una popolazione fragile”. “Il sistema immunitario dei pazienti con diabete tipo 1 – spiega Iafusco – è iperattivo nei confronti del virus così come nei confronti del virus Ebola. Riteniamo che ciò sia dovuto in parte alla peculiare condizione immunitaria che porta alla distruzione delle cellule beta”. Tradizionalmente l’immunità umana agli antigeni stranieri dipende in modo critico dal bilancio dell’immunità Th1 e Th2.

L’immunità Th1, prevalente in giovane età, è principalmente proinfiammatoria, mediata dai linfociti T e modulata da IL-6 e dall’interferone gamma tra le altre molecole e – si evidenzia – “il suo modo di agire è contro i patogeni che richiedono l’internalizzazione, come nel caso del coronavirus”. L’osservazione trasversale è stata condotta ad Alghero, in Sardegna, durante il periodo di epidemia e dove ci sono le maggiori concentrazioni di diabetici di tipo 1 ed ha accertato che solo una persona adulta è stata infettata tra questa popolazione di pazienti con diabete presentando, tra l’altro, una forma non grave.

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