Cronaca

Coronavirus, per la prima volta in Hubei contagi solo a Wuhan. Ma nascono timori per virus “di ritorno”

Per la prima volta da quando la Cina diffonde i dati sui contagi da nuovo coronavirus, non ci sono stati nuovi casi nella provincia di Hubei, fuori dal suo capoluogo Wuhan, epicentro dell’epidemia. L’ha rivelato la Commissione sanitaria nazionale cinese. Pechino ha registrato un forte rallentamento dei nuovi casi, anche in seguito alle misure draconiane per cercare di contenere il ritmo dell’epidemia. In tutto il Paese sono stati registrati 143 nuovi casi, con 30 decessi nell’ultimo giorno. Complessivamente quindi il bilancio in Cina è di 80.552 contagi in totale e 3.042 morti. Ma questa dinamica è sempre più localizzata all’epicentro dell’epidemia. Infatti dei 143 nuovi contagi, 129 sono stati a Wuhan, mentre nella provincia di Hubei ci sono stati 29 morti (23 a Wuhan). Il che vuol dire che fuori da Hubei c’è stato un solo decesso e sette in tutto fuori da Wuhan.

Questo trend fa ritenere ad alcuni studiosi cinesi che la Cina potrebbe non avere più nuovi casi fuori da Wuhan entro la metà del mese di marzo, segnando così un importante successo nella lotta contro il virus. Rimane tuttavia la forte preoccupazione per il virus “di ritorno”. Oggi, per esempio, a Shanghai è stata segnalata la presenza di tre contagiati: si tratta di studenti di rientro dall’Iran, altro importante focolaio epidemico. E a Pechino sono stati registrati altri quattro casi di contagio da nuovo coronavirus “importati dall’Italia”, ha reso noto oggi la Commissione municipale dper la Sanità. Comunque, visto l’andamento dei contagi, anche in Hubei si comincia ad allentare la politica di restrizioni. La città di Chibi è stata la prima – segnala il South China Morning Post – a cui sono stati tolti i checkpoint nella provincia. Anche se restano i blocchi nei collegamenti con le città vicine. In questa località per 19 giorni consecutivi non ci sono stati nuovi contagi. In questo senso, importante appare la ricerca che potrebbe portare alla produzione di un vaccino contro il coronavirus, attualmente inesistente per un nuovo agente infettivo che ha fatto il salto da animale a uomo. Pechino registra che sono stati adottati cinque approcci di ricerca. Entro tre mesi potrebbero essere disponibili per le emergenze e per la ricerca, anche se il percorso rischia di essere ancora accidentato. askanews

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