Coronavirus, scontro Conte-Fontana: sfiorata rottura. Poi scatta la tregua

26 febbraio 2020

Si è sfiorata la rottura, poi ha prevalso l’invito a “collaborare” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Questo non è il momento delle polemiche”, ha tagliato corto il premier dopo una mattinata di bisticci con il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. “Con Conte tutto chiarito”, gli ha fatto eco nel tardo pomeriggio lo stesso governatore. Nel mezzo una giornata calda, culminata nella sfuriata di Fontana che ha brevemente abbandonato la videoconferenza per fare il punto sull’emergenza Coronavirus convocata da Palazzo Chigi. A scatenare la giunta lombarda le parole pronunciate ieri in serata dal premier che ha minacciato di “adottare misure che contengano le singole prerogative dei governatori” per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Un’idea subito bollata da Fontana come “irricevibile e offensiva”, frutto di una “strategia della disperazione” messa in atto da Palazzo Chigi “per sviare l’attenzione”. Il governatore ha quindi difeso l’operato di medici e infermieri della Regione, accusati non troppo velatamente di non aver seguito le disposizioni nell’epicentro del focolaio, l’ospedale di Codogno: “Abbiamo purtroppo seguito protocolli che ci venivano dati dal Governo – ha rivendicato Fontana – e se avessimo fatto quello che noi come governatori proponevamo le cose non sarebbero andate così”.

Messi l’uno di fronte all’altro in videoconferenza, Conte e Fontana in mattinata avrebbero discusso duramente tanto da indurre il governatore ad abbandonare il tavolo “politico”, salvo rientrare poco dopo. Al centro del fortissimo disappunto le accuse al sistema sanitario della Lombardia, considerato dalla giunta una eccellenza. Conte avrebbe provato a smorzare i toni in privato per poi gettare acqua sul fuoco in pubblico: “Ieri a una precisa domanda ho dato una risposta che non intendeva affatto esprimere la volontà del governo di sopravanzare le competenze regionali. Il nostro sistema è strutturato sulla sanità su base regionale, quindi un coordinamento va fatto ed è la ragione per cui stiamo lavorando fianco a fianco con i presidenti delle regioni”, ha assicurato il premier.

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In Lombardia il numero uno della Regione si è detto convinto che il sistema sanitario possa saper “dimostrare di essere una eccellenza” anche in questa occasione. A rincarare la dose l’assessore al Welfare della regione, Giulio Gallera: se l’emergenza fosse scattata “in un’altra regione saremmo ora in una situazione disperata per l’intero Paese – ha attaccato – È successo in Lombardia e lo stiamo gestendo al meglio”. Al termine di una giornata frenetica chiusa con la pace fatta tra Conte e Fontana è prevista a Roma una ordinanza per uniformare le regole nelle regioni non direttamente coinvolte nel contagio. Con i governatori, ha assicurato il premier, si è deciso infatti di “proseguire con il pieno coordinamento, è il metodo più efficace per prevenire la diffusione del contagio”.

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