Corte dei Conti: “3,6 miliardi non utilizzati dai Comuni”

La Sezione delle autonomie della Corte dei conti ha approvato la relazione al parlamento sui risultati delle analisi dei flussi di cassa degli enti territoriali per gli anni 2011-2012-2013. I risultati dell’indagine confermano come le misure di alleggerimento dei vincoli del patto di stabilita’ interno siano state interamente utilizzate da Regioni e Province ma non dai Comuni, i quali hanno usufruito degli spazi finanziari in misura inferiore del previsto. Nel complesso, sono rimasti inutilizzati circa 3,6 miliardi, pari al 15% delle risorse disponibili, nonostante l’evidente carenza di liquidita’ del comparto, come sembra dimostrare il diffuso ricorso alle anticipazioni di cassa, in aumento rispetto al precedente esercizio.

La spesa Il comparto Regioni e Province autonome fa registrare movimenti di cassa in uscita con ritmo crescente (201,2 miliardi di euro nel 2011, 208,1 miliardi nel 2012 e 256,1 miliardi nel 2013). I maggiori importi sono imputabili a spesa corrente (141,7 miliardi di euro nel 2011, circa 142 miliardi nel 2012, e 144,7 miliardi nel 2013), la meta’ della quale e’ assorbita da cinque enti regionali (Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia e Piemonte). Per tutte le Regioni a statuto ordinario, e’ crescente l’incidenza della spesa corrente non sanitaria sul totale del Titolo I, in particolare di quella per acquisto di beni e servizi; aumento che potrebbe essere influenzato dal pagamento dei debiti pregressi, ai sensi dei dd.ll. n. 35/2013 e 102/2013.

Sanità Con riferimento alla spesa in conto capitale, la positiva inversione di tendenza riscontrabile nel totale del Titolo II, che cresce di 1,8 miliardi nel 2013 rispetto all’anno precedente, si riflette anche sulla spesa al netto della componente sanitaria, soprattutto nelle Regioni a statuto ordinario. Nel triennio 2011-2013, accanto a variazioni percentuali altamente positive di tale categoria di spesa (in particolare in Campania e Puglia), si registrano importanti scostamenti negativi in Veneto, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana, che riferiscono di investimenti concentrati nel settore sanitario. Cresce anche la spesa per partecipazioni azionarie, che rappresenta una parte minimale della spesa netta in conto capitale (circa il 2%), in controtendenza rispetto alle misure intese a disincentivare il ricorso allo strumento delle societa’ partecipate. Allo stato, per quanto riguarda la spesa sanitaria delle Regioni, essenzialmente caratterizzata da trasferimenti, si evidenzia una sostanziale stabilita’ nel triennio preso in considerazione. Nel 2013, infatti, la spesa resta, sostanzialmente, sui livelli del 2012, dopo l’aumento, seppur contenuto (+1,47%), segnato rispetto al 2011. Le maggiori entrate dovute ai dd.ll. n. 35 e 102/2013 non sembrano aver inciso sul livello di spesa. Sul versante degli enti dei Servizi sanitari regionali, si evidenzia un andamento in crescita dei pagamenti correnti (da 113,8 miliardi del 2011, a 119,2 miliardi del 2013). Sul versante riscossioni, invece, nel periodo considerato le entrate dovute a riscossioni tra enti sanitari pubblici oscillano tra 9,6 e 10,1 miliardi, somme che dovrebbero trovare riscontro in uguali partite di spesa e che andrebbero sottratte dal totale dei movimenti.

Dati strutturali Sul fronte dei dati strutturali, per le Province si registra un miglioramento delle entrate correnti (+3%), nonostante la significativa riduzione, nel corso del 2013, del fondo sperimentale di riequilibrio, che nel 2013 ha generato incassi per soli 88,8 milioni contro i 241,2 milioni del 2012. A differenza delle Province per le quali la spesa corrente flette del 4,96%, includendo la flessione delle spese per il personale e per la prestazione di servizi, nei Comuni la stessa cresce dell’8,2% anche se quale risultante della diminuzione – in linea con il trend dell’ultimo triennio- della spesa per il personale (-2,98%) e dell’incremento della spesa per l’acquisto di beni (0,33%) e per la prestazione di servizi (12,03%).

Personale Relativamente alla spesa di personale del comparto Regioni ed autonomie locali, dalla rilevazione SICO emerge che il comparto, complessivamente, occupa circa 550.000 dipendenti. La spesa totale dell’intero comparto ammonta a circa 15 miliardi di euro. Nel 2012, per l’insieme degli enti esaminati a livello nazionale, la spesa media per un dipendente regionale ammonta a 35.050 euro, a fronte di 27.780 relativi al dipendente comunale e di 28.358 per il dipendente provinciale. La spesa media per il personale dirigente e’ di 92.735 nelle Regioni, 87.054 nei Comuni e 96.554 nelle Province.

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