Politica

Corte suprema aiuta Trump: in vigore fino in autunno ‘muslim ban’

La Corte suprema Usa, accogliendo la richiesta di esaminarne la costituzionalità, ha ripristinato una parte dell’ordine esecutivo del presidente Donald Trump che prevedeva lo stop temporaneo agli ingressi da sei paesi a maggioranza musulmana, già fermato da due diversi tribunali d’Appello. I cittadini dei sei stati indicati nell’ordine del presidente, soprannominato “muslim ban”, Iran, Somalia, Sudan, Yemen, Siria e Libia, potranno entrare in Usa solo se hanno collegamenti o relazioni negli Stati Uniti (parenti, lavoro). In tutti gli altri casi, coloro che richiedono un visto e non hanno un familiare o un lavoro negli Usa potrebbero essere non accettati. Questo fino a questo autunno, quando i nove giudici valuteranno se il muslim ban del presidente americano sia o meno incostituzionale. L’ordine esecutivo di Trump, nella sua seconda e più moderata versione, è stato bloccato da due diversi tribunali d’Appello perché ritenuto incostituzionale. Vieta ai cittadini di sei Paesi a maggioranza musulmana di entrare negli Stati Uniti per 90 giorni e ferma per 120 giorni il programma di accoglienza di rifugiati da questi Paesi. La decisione della Corte suprema rappresenta una vittoria per i leader repubblicani, convinti che il divieto è necessario per mantenere la sicurezza nazionale.

Nel chiedere l’intervento della Corte suprema, l’amministrazione Trump aveva chiesto ai nove giudici di lasciare in vigore il bando fino a quando non sarà presa una decisione definitiva. La Corte suprema ha deciso di accogliere in parte la richiesta. Secondo i tribunali d’Appello invece l’ordine esecutivo di Trump rappresenta un abuso di potere e una violazione della Costituzione americana, visto che prende di mira delle persone per la loro nazionalità. Il primo ordine del presidente americano, bloccato da gennaio, prendeva di mira anche i cittadini iracheni e sospendeva il programma di accoglienza di rifugiati siriani a tempo indeterminato. Il primo muslim ban era stato subito fermato da un tribunale federale e poi in Appello. Per questo Donald Trump aveva pubblicato una nuova versione più morbida del suo ordine esecutivo, anche se anche nel secondo caso due diversi tribunali di Appello avevano deciso di sospenderlo. Per il quarto circuito di Richmond, Virginia, il provvedimento viola il primo emendamento alla costituzione americana che prevede la libertà di religione. Per il nono circuito di San Francisco, in California, Trump avrebbe anche superato il limite dell’autorità concessa al presidente dal Congresso.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da