Politica

Covid-19, la Commissione Ue apre a viaggi verso Unione di vaccinati extra europei

La Commissione europea ha proposto oggi una “raccomandazione” per gli Stati membri volta ad adeguare alla nuova situazione epidemiologica, e in particolare allo sviluppo delle campagne di vaccinazione in corso nel mondo, le attuali restrizioni dei viaggi “non essenziali” dai paesi terzi verso l’Ue. La raccomandazione, che dovrà ora essere approvata dal Consiglio Ue (si spera entro fine mese), propone di consentire l’ingresso nell’Ue per motivi non essenziali non solo a tutte le persone provenienti dai paesi terzi con una “buona situazione epidemiologica” (definita in base all’indice cumulativo del tasso d’infezione su 14 giorni, che finora doveva essere inferiore a 25 persone contagiate su 100.000) ma anche a tutti i viaggiatori che sono stati pienamente vaccinati, almeno 14 giorni prima dell’arrivo, con uno dei vaccini autorizzati dall’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) o inclusi nell’elenco dell’Oms per l’uso di emergenza. Un elenco di cui non fanno ancora parte, finora, il vaccino russo Sputnik V e quello cinese Sinovac.

D’altra parte, la Commissione propone anche un nuovo “freno di emergenza”, ovvero un meccanismo coordinato fra gli Stati membri per limitare il rischio dell’ingresso nell’Ue di persone contagiate con le varianti del virus. Il meccanismo consentirà agli Stati membri di agire rapidamente (informando subito gli altri paesi Ue e la Commissione) con restrizioni per limitare al minimo indispensabile tutti i viaggi delle persone provenienti dai paesi interessati dalle varianti, per il tempo necessario a mettere in atto misure sanitarie adeguate. La Commissione raccomanda inoltre di portare da 25 a 100 la soglia massima di contagi per 100.000 persone (calcolata su 14 giorni) dei paesi terzi “con buona situazione epidemiologica”, che saranno inseriti nell’elenco degli Stati di provenienza dei viaggiatori a cui è consentito l’ingresso nell’Ue, indipendentemente dallo stato della vaccinazione. Questo consentirà di ampliare significativamente la lista, che viene rivista dal Consiglio Ue almeno ogni due settimane, e che contiene oggi solo sette paesi. Fra l’altro, la soglia massima per i paesi terzi è molto inferiore all’attuale media Ue del tasso cumulativo su 14 giorni, che è superiore a 420 contagi ogni 100.000 abitanti.

Va sottolineato che la raccomandazione riguarda le condizioni per i viaggi verso l’Ue (abolendo la limitazione stretta ai soli viaggi “essenziali” prevista finora), ma non comporta una revoca di tutte le condizioni per l’accesso agli Stati membri, che è competenza di ciascun paese. In altre parole, un viaggiatore vaccinato proveniente da un paese terzo potrà ora recarsi nell’Unione anche per motivi non essenziali, ma potrebbe dover effettuare un test Pcr prima della partenza e/o una quarantena dopo l’arrivo, se lo prevede il paese in cui vuole recarsi. Tuttavia, se per per l’accesso al loro territorio delle persone pienamente vaccinate nell’Ue gli Stati membri decidono di rinunciare al requisito della presentazione di un test Pcr negativo e/o della quarantena, la raccomandazione prevede che questa revoca dei requisiti di accesso dovrebbe valere anche per i viaggiatori vaccinati al di fuori dell’Unione. askanews

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