Covid, in Piemonte il 21 gennaio parte la prima fase della vaccinazione

Covid, in Piemonte il 21 gennaio parte la prima fase della vaccinazione
11 dicembre 2020

Partirà il 21 gennaio la prima fase della vaccinazione anti Covid in Piemonte, che avrà 28 punti di somministrazione, su 277 nazionali. I primi a essere vaccinati saranno 195mila piemontesi, tra ospiti delle Rsa e personale sanitario e amministrativo di ospedali e Rsa. Poi in una seconda fase saranno studenti, personale scolastico e forze dell’ordine ad accedere alla vaccinazione e infine in una terza e quarta fase tutto il resto della popolazione, ultimi coloro che hanno già contratto il coronavirus. “Ci troviamo di fronte ad una sfida epocale”, ha detto Antonio Rinaudo, il commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, che ha illustrato insieme al commissario generale dell’Unità di crisi, Vincenzo Coccolo il piano regionale di vaccinazioni anti covid.

“In questo momento noi dobbiamo fare affidamento su un vaccino che sarà prodotto e consegnato dalla Pfizer. La data di riferimento è il 29 dicembre quando l’Ema dovrà autorizzare il vaccino e se così sarà, come tutti prevedono e auspicano, si aprirà la fase di distribuzione nel nostro territorio del vaccino Pfizer”, ha spiegato Rinaudo. I 195mila della prima fase “dovranno essere vaccinati in due somministrazioni, in un arco di tempo non superiore a due mesi nei presidi ospedalieri, un impegno di non poco conto, che riguarderà 400mila dosi di vaccino”, tra prima dose e richiamo, ha spiegato Rinaudo, precisando che tra la prima somministrazione e la seconda dicono intercorrere minimo 19 giorni e massimo 23. “Per la seconda fase non sappiamo ancora esattamente quale sarà il vaccino. Ma riguarderà studenti, personale scolastico e forze dell’ordine. La terza e la quarta fase riguarderà il resto della popolazione”, ha ipotizzato Rinaudo, che ha ricordato che il vaccino Pfizer deve essere tenuto ad una temperatura costante di -75/-80 gradi.

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“Questo è il motivo per cui Pfizer si impegna a portare direttamente il vaccino presso i 28 punti di somministrazione in Piemonte, in modo da non interrompere la catena del freddo. Il vaccino viene consegnato in box particolari che contengono cinque contenitori. In ognuno di essi ci sono circa 195 dosi”, ha spiegato Rinaudo. Si tratta di box termici che hanno una capacità di conservazione fino a 15 giorni. “Questo per fare fronte a eventuali indisponibilità del congelatore”, ha precisato. “Il vaccino viene consegnato in fiale da 5 dosi e per evitare sprechi dovremmo sempre avere di fronte una platea di soggetti che siano multipli di 5”, ha messo in guardia Rinaudo.

Il Piemonte ha già predisposto la campagna d’acquisto dei congelatori attraverso una gara ad hoc, gestita da Sgr. “Ne abbiamo ordinati 30. In uno da 500 litri ci stanno 200mila dosi di vaccino. Siccome non sappiamo ancora se nelle fasi successive utilizzeremo il vaccino Pfizer o altri per essere più realisti del re e cauti nell’operare abbiamo ordinato dei congelatori, che possono arrivare a meno 80 gradi, ma anche a temperature più vicine allo zero”, ha specificato Rinaudo. Il vaccino non è obbligatorio, viene raccomandato e distribuito gratuitamente. “Ieri ci siamo confrontati con i sindacati delle categorie del personale sanitario e di chi lavora nel ospedali, gli amministrativi, in mondo che poi venga loro fornito un quadro completo”, ha precisato Rinaudo, rivelando, che è “stato proposto di istituire un passaporto sanitario per chi si sottopone alle vaccinazioni. E’ al vaglio la decisione se adottarlo o meno”.

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A Torino il punto di vaccinazione nella fase 2 sarà l’attuale tendopoli Covid Hospital del Valentino , ha spiegato Vincenzo Coccolo, commissario generale dell’Unità di crisi. Un’area che potrà essere riconfigurata “in pochi giorni”. Venti desk di accettazione davanti all’ospedale, un’area di attesa con un’ottantina di posti a sedere e all’interno cinque grandi aree di somministrazione, con 60 postazioni e una zona “con attrezzature per gestire reazioni avverse, se si dovessero presentare”. La tendopoli del Valentino sarà in grado di gestire dagli 8 ai 10mila pazienti al giorno, “un esempio per tutti gli altri punti di somministrazione che dovranno essere allestiti in Piemonte per la seconda fase, che non potrà più essere gestita in ospedale, ma in gradi strutture, come palazzetti dello sport”, ha detto Coccolo.

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