Cronaca

Pechino: test su Covid a cinesi inaccettabili

 La Cina ha nuovamente condannato l’imposizione di test sul Covid da parte di una dozzina di paesi ai viaggiatori provenienti dal Paese asiatico, avvertendo che potrebbe prendere “contromisure” per rappresaglia. “Alcuni paesi hanno introdotto restrizioni all’ingresso rivolte solo ai viaggiatori cinesi. Questo non ha basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, aggiungendo che la Cina potrebbe “prendere contromisure, sulla base del principio di reciprocità”. Pechino, va ricordato, ha posto fine alla sua politica di “Zero Covid” a inizio dicembre, portando a un’esplosione del numero di contagi nella popolazione cinese, e domenica revocherà gli obblighi di quarantena per i viaggiatori in arrivo dall’estero.

Intanto, un portavoce della Commissione europea annuncia che la “stragrande maggioranza” dei Paesi dell’Unione Europea ha votato a favore di test Covid sistematici per i viaggiatori provenienti dalla Cina in partenza per l’Europa. Il provvedimento fa parte delle raccomandazioni di un comitato di esperti sanitari dei Ventisette (Health Security Committee) e sarà discusso oggi nel corso di una riunione finalizzata a preparare una risposta coordinata dell’Ue all’esplosione dei contagi in Cina. Gli esperti sanitari hanno discusso di altre misure proposte dalla Commissione, tra cui la richiesta ai passeggeri cinesi di indossare mascherine, lo screening delle acque reflue degli aerei e l’aumento dei test, con sequenziamento genomico, negli aeroporti di arrivo, al fine di identificare possibili nuove varianti. “Queste misure dovrebbero essere mirate ai voli e agli aeroporti più appropriati e attuate in modo coordinato (in tutta l’Ue) per garantirne l’efficacia”, ha sottolineato il portavoce della Commissione europea.

La riunione di oggi dell’IPCR (Sistema europeo di reazione a livello politico in situazioni di crisi) potrebbe portare a raccomandazioni che dovranno poi essere approvate dagli Stati membri. La tensione tra Cina e Ue sembra alta. Prova ne è che Pechino ha respinto anche l’offerta arrivata nei giorni scorsi dall’Unione europea di forniture gratuite di vaccini contro il Covid-19. La proposta è stata avanzata nell’ambito delle iniziative avviate dal Commissario Ue per la Salute, Stella Kyriakides, per garantire una risposta europea al timore di una possibile ondata di contagi a seguito della decisione di Pechino di revocare le restrizioni della sua politica “zero Covid”. “La commissaria Kyriakides ha contattato le sue controparti cinesi per offrire solidarietà e sostegno, tra cui competenze in ambito di sanità pubblica e donazioni di vaccini dell’Ue adattate alla variante”, ha detto un portavoce della commissione.

Interpellata su questa proposta nel consueto briefing con la stampa, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha risposto che “la produzione nazionale di vaccini per il Covid-19 in Cina può soddisfare la domanda”, citando “l’aumento dei tassi di vaccinazione, il rafforzamento delle capacità di cura e un ampliamento delle capacità di produzione di forniture mediche, che garantiscono un’offerta adeguata”. “La situazione Covid in Cina è prevedibile e sotto controllo – ha aggiunto la portavoce cinese – siamo pronti a collaborare con la comunità internazionale in solidarietà per affrontare la sfida Covid in modo più efficace e proteggere meglio la vita e la salute delle persone”. Pechino ha usato i propri vaccini Sinovac e Sinopharm per immunizzare la popolazione, tuttavia a fine dicembre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito insufficiente l’attuale copertura vaccinale della Cina.

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