Economia

Fmi ridimensiona la previsione di ripresa in Italia

Segnali in chiaroscuro dal Fondo monetario internazionale, che ha nuovamente ridimensionato le stime sul crollo del Pil globale a causa della crisi pandemica. Una revisione analoga ha riguardato il Pil 2020 dell’Italia, ora stimato al meno 9,2%, il terzo peggior calo dopo quelli di Spagna (-11,%) e Gb (-10%). Ma poi, ed è questa l’ombra più allarmante, l’istituzione di Washington ha operato una pesante revisione al ribasso sulla ripresa prevista in questo 2021: il recupero si limiterebbe al più 3%, secondo un parziale aggiornamento del World Economic Outlook.

Il dato sul Pil 2021 è di 2,2 punti percentuali più basso rispetto alle previsioni dello scorso ottobre (+5,2%) mentre il dato sul 2020 è stato rivisto al rialzo di 1,6 punti (dal meno 10,6%). Il valore sulla crescita 2021 dell’Italia è il più basso tra tutti i Paesi oggetto dell’aggiornamento, analogamente alla portata della revisione al ribasso. Sul 2022, poi, il Fmi pronostica che il Pil italiano registri un ulteriore più 3,6%, in questo caso rivisto in meglio di 1 punto percentuale rispetto alle stime precedenti. Nella conferenza stampa di presentazione non è stato possibile chiedere chiarimenti sui motivi del drastico taglio sul 2021. In maniera generica, la capo economista Gita Gopinath ha affermato che alcuni Paesi accusano maggiormente la crisi data la loro esposizione a alcuni settori più colpiti, come il turismo.

La stima generale sul crollo del Pil globale del 2020 è stata ridimensionata al meno 3,5%, dal meno 4,4% indicato lo scorso ottobre. La previsione sul 2021 è stata invece rivista al rialzo di 0,3 punti, al più 5,5%. Sul 2022 il Fmi ha confermato l’attesa di un ulteriore più 4,2% del Pil globale. L’avvio delle vaccinazioni anti Covid crea “la speranza di un’inversione di tendenza nella pandemia entro la fine dell’anno”, ma al tempo stesso le nuove ondate di contagi e le nuove varianti del virus sollevano “preoccupazioni” sulle prospettive di ripresa. Sull’insieme dell’area euro il Fmi stima una caduta del Pil 2020 del 7,2%, cui dovrebbe seguire una ripresa del 4,2% quest’anno (rivisto al ribasso di 1 punto percentuale) e un più 3,6% nel 2022 (alzato di 0,5 punti).

Sugli Usa precede un meno 3,4% sul 2020, un più 5,2% nel 2021 (rivisto al rialzo di 2 punti) e un più 2,5% nel 2022 (tagliato di 0,4 punti). La Cina è l’unico Paese elencato su cui sia attesa una crescita del Pil anche sul 2020, pari al più 2,3% secondo il Fmi, sul 2021 è attesa una forte accelerazioni al più 8,1% (tagliato di 0,1 punti) e sul 2022 un più 5,6%. Il Fmi raccomanda di mantenere i sostegni alle economie “fino a quando la ripresa sarò saldamente avviata”, puntando a rafforzare il potenziale di crescita, ad allargare la partecipazione all’attività e accelerando la transizione verso una minore dipendenza dal carbonio. Serve “una forte cooperazione multilaterale per portare la pandemia sotto controllo ovunque”. In particolare “garantendo la distribuzione universale dei vaccini” e facilitando l’accesso alle terapie. Domani il Fmi aggiornerà anche il suo Global Financial Stability Report mentre giovedì il terzo studio, quello che esamina maggiormente i conti pubblici (Fiscal Monitor).

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