Crocetta, i suoi nemici del Pd e il patto di stabilità. E i siciliani…

30 maggio 2014

Rosario Crocetta gongola. Gli alti burocrati del ministero dell’Economia gli hanno comunicato “il rispetto del patto di stabilità per il 2013”. Come dire, escluso il pericolo di un mancato pareggio di bilancio. E così il governatore della Sicilia esplode: “Finalmente la verità che i nostri conti sono in ordine e che abbiamo fatto un grande lavoro”. Tutto bene? Per il presidente della Regione Siciliana, certamente sì. Come sempre. Sarà altro materiale per conferenze stampa e per tappare la bocca a molti avversari (soprattutto all’interno del Pd). Le cose, invece, come sempre, non vanno altrettanto bene proprio per suo partito, il Partito Democratico, dove si continua a litigare in barba alla vittoria. Fibrillazioni alternate da flebili tregue e che vanno avanti dal primo giorno che l’ex sindaco di Gela ha varcato la soglia di Palazzo d’Orléans. I motivi? C’è chi a oggi non riesce a trovarli. Molti parlano di scontri personali più che politici (cosa che se così fosse sarebbe di un’irresponsabilità politica grave date le condizioni socio-economiche in cui versa la Sicilia). Di certo c’è chi alimenta queste tensioni continuando a chiedere pubblicamente un Crocetta ter, come il giovane segretario Pd Sicilia, Fausto Raciti, attualmente il più agguerrito (assieme ad Antonello Cracolici che a tutt’oggi non riesce a digerire la bocciatura della sua candidatura a Bruxelles) nemico di Crocetta. Al di là del merito, i panni sporchi, tuttavia, si dovrebbero lavare in famiglia. Strada maestra per un segretario di partito. Ma forse è proprio la mancanza di una leadership forte nel Pd che ha prodotto – e continuerà a produrre – guerre intestine ai danni soprattutto dei siciliani. All’interno del partito di Renzi, ci sono anche anime più moderate convinte, invece, che un fallimento del governo Crocetta sarebbe un fallimento dello stesso Pd. Questi ultimi, non avrebbero tutti i torti. Come finirà? I bene informati sostengono a tarallucci e vino. Come d’altronde si è visto in questo anno e mezzo di presidenza Crocetta. Perché una cosa è certa: Crocetta andrà avanti per tutta la legislatura. E intanto, sul fronte riforme e sviluppo siamo al palo. Anzi di più. E se si  tenta di guardare all’orizzonte si rischia il panico. (G. Min.)

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