Crocetta ammette: sono debitore non evasore. E punta a salvare Riscossione Sicilia

Crocetta ammette: sono debitore non evasore. E punta a salvare Riscossione Sicilia
7 gennaio 2016

“Ho il mio debito col fisco (circa 40mila euro, ndr) e lo sto pagando a rate. Non rientro dunque nella categoria degli evasori. Sto facendo il mio dovere, anche se mi contestano cifre che secondo me non sono dovute, ma intanto pago e poi vedro’ come ricorrere. Quel che e’ importante, pero’, e’ salvare Riscossione Sicilia. Le polemiche non possono determinarne la morte o ne pagheremo le conseguenze a caro prezzo”. Lo dice il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta in ordine alla bufera che ha investito la societa’ di riscossione della regione al centro di un caso politico e adesso anche giudiziario dopo che la procura di Palermo ha aperto un’indagine conoscitiva e convocato per il 14 gennaio il numero uno dell’ente Antonio Fiumefreddo.

Questi ha accusato settori della politica e della deputazione regionale di pressioni per fermare il risanamento dell’azienda che oggi appare a un passo dal fallimento, e persino le azioni di pignoramento che riguarderebbe alcuni deputati. Sarebbero una sessantina i deputati morosi e 19 quelli pignorati. Sul caso ha reagito anche l’Ars che sta valutando le azioni giudiziarie contro le parole di Fiumefreddo che ha parlato di “atto di pirateria” e mascalzoni” dopo la bocciatura della norma finanziaria per la ricapitalizzazione della societa’. “Io non so cosa Fiumefreddo dira’ ai magistrati aggiunge Crocetta – ma dobbiamo trovare una soluzione. Le polemiche tra il presidente di Riscossione e il Parlamento non possono determinare la chiusura della società, sarebbe un errore fatale. Si torni a ragionare”.

Leggi anche:
Cina, da lunedì Xi Jinping per la prima volta in Europa da 5 anni

Intanto, Fiumefreddo ha scritto una lettera al presidente del parlamento siciliano. “Lei presiede l’Assemblea che, per prima nella storia della Repubblica, ha cambiato atteggiamento e dismesso un vecchio vizio”,  scrive il presidente di Riscossione Siciliana, annunciando che oggi “chiederò di poter presentare in commissione Bilancio il nuovo piano industriale che abbiamo approntato in casa, a costo zero, e che reca l’aspirazione di una modernissima riscossione”. “La circostanza che la stragrande parte dei parlamentari regionali – aggiunge – abbia deciso di rateizzare la propria posizione, esattamente come il sottoscritto e come milioni di cittadini, dimostra che hanno rotto con una tradizione, non scritta ed assolutamente insopportabile, che vedeva la riscossione dei tributi fermarsi davanti alle porte del Palazzo. La riscossione dei tributi – osserva Fiumefreddo – qualifica il genere di autonomia di un comunità, e se vogliamo mantenerla il nostro confronto è con Regioni come la Baviera in Germania o la Bretagna in Francia. Questo lavoro Riscossione Sicilia è in grado, con i suoi 700 lavoratori, di farlo bene, come bene ha avviato il contrasto a grandi patrimoni illeciti e grandi evasioni, dietro cui si cela corruzione e mafia”. “A me pare un lavoro enorme, che naturalmente potrà interrompersi in ogni momento se diversa sarà la volontà della politica e che – prosegue – mi vede disponibile a lasciare ad altri l’impegno se la mia opera non godesse della fiducia anche del Parlamento, ma dal 2020 incasseremo i primi rimborsi dallo Stato e quindi bisognerà stringere la cinghia ancora per qualche anno per poi raccogliere i frutti”. Secondo Fiumefreddo la “lista pubblicata dai giornali è da considerare una withe list, di quei parlamentari, cioè, che, rompendo con un privilegio centenario, hanno deciso che essere in tutto uguali e come ogni cittadino”. “A questi parlamentari, alla loro lealtà – conclude il presidente di Riscossione Sicilia – dico grazie per avermi aiutato in questa svolta storica”.

Leggi anche:
Presunta truffa ai danni dell'Inps, Procura chiede processo per Santanchè
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti